Se detieni con altri un grande potere, come quello di governo di uno stato, potresti essere tentato di condividerlo con il minor numero possibile di "soggetti". Infatti anche se la minimizzazione della quantita` di "soci" non garantisce la massimizzazione del potere di un particolare socio ne costituisce tuttavia un ottimo presupposto.
Nelle dittature gli effetti di tale tentazione sono molto evidenti; nelle democrazie sono invece confusi ma secondo me esistono eccome. In Italia per esempio, nei 60 anni della Repubblica, "la tentazione" si e` quasi costantemente concretizzata in un "tentativo"... il tentativo di "spartire la torta" fra "pochi intimi". Mi pare proprio che rispetto a tale obiettivo spesso siano passati in secondo piano gli altri, anche quelli che di volta in volta potevano determinare divisioni o accorpamenti politicamente piu` sensati.
Da questo punto di vista e` chiaro che se un partito dimostra di poter vincere da solo le elezioni, per esempio con un consenso del 60%, al suo interno si svilupperanno delle forze tendenti ad individuare un buon 15% di minoranze (corrispondente al 9% del consenso) da escludere dalla successiva spartizione della torta; per conquistare la quale il 51% del consenso sarebbe comunque sufficiente.
Se nessun partito ritiene di poter ottenere da solo piu` del 50% dei voti trovera` conveniente (se ci tiene alla torta) sviluppare con qualche altro un'alleanza; che puo` essere di tipo elettorale se si tratta di affrontare nuove elezioni ma anche solo parlamentare se si tratta di fare un nuovo Governo e si necessita di superare in ciascun ramo del Parlamento il 50% di parlamentari a cio` favorevoli. Ma anche in questo caso pur volendo la torta si tendera` a ripartirla il meno possibile e per una alleanza molto ampia si presentera` una situazione simile a quella prospettata nel caso precedente (quello del singolo grande partito).
Insomma quando sento qualche esponente del Governo lagnarsi di presunti ricatti di piccoli gruppi parlamentari che fanno parte della relativa coalizione non posso che pensare quanto sia ottuso o ipocrita. Ma come, prima ti danni per spartire con pochi e poi ti lagni che ciascuno conta troppo?
Macche`, pare che non ci sia niente da fare, la solita tentazione e` troppo forte. E allora si spiega come mai le strategie di molti piccoli partiti rivelano il loro sogno di fungere da "ago della bilancia"; si` di essere i ricattatori insomma...
E qual e` la reazione a tutto cio`?
Inventarsi e tramutare in legge (anche con referendum popolari se non addirittura con modifiche costituzionali) marchingegni elettorali e quant'altro per rendere artificiosamente piu` forte il Governo; anche favorendo sistemi che mortificano la rappresentanza democratica e con effetti collaterali come quello di provvedimenti approvati in Parlamento ma disapprovati da un'abbondante maggioranza di comuni cittadini.
Io invece dico che occorre una coscienza collettiva dell'esistenza della tentazione e che, come si fa per le tentazioni individuali che consideriamo controproducenti, essa va tenuta sotto controllo.
Infatti una volta riconosciuto che un Governo debole e` legittimo quanto un Governo forte va da se` che se ci sta bene il primo non ha senso poi lamentarsi dei "ricatti" di forze politiche numericamente esigue, mentre se vogliamo il secondo dobbiamo esigere (ed accettare) che esso sia sostenuto da una maggioranza parlamentare che superi abbondantemente il 50%. Secondo me gli strumenti ci sono sempre stati, senza necessita` di distorcere il significato dei voti.
In una repubblica parlamentare realmente democratica la forza del Governo e` necessariamente rapportata al consenso che riscuote in Parlamento.