sabato 29 settembre 2007

Suggestioni d'importazione

Come ormai in molti abbiamo capito (in qualche caso con tanto di esperienza personale!) per il "consumatore medio" esiste una differenza di prezzo "percepita" che si fa beffe di quella aritmetica, cioe` reale. Abbiamo da tempo importato quel modo di prezzare le merci secondo il quale ridurre un prezzo in euro da 10,00 a 9,95 e` piu` accattivante che ridurne un altro da 9,05 a 9,00. Come se il consumatore percepisse un maggiore risparmio nel primo caso mentre sempre di 5 centesimi si tratta; anzi, in termini percentuali, per lui sarebbe addirittura piu` auspicabile la seconda riduzione...

Ho avuto sentore proprio stamattina, da un giornalista americano, che negli Stati Uniti si e` ormai diffusa una pratica promozionale con doppio sconto.
Per esempio, anziche` comunicare al consumatore che ha diritto ad uno sconto del 40% sul prezzo "nominale" di un determinato articolo, si comunica che per esso sono attive due promozioni; una che stabilisce uno sconto del 20% e l'altra che prevede un ulteriore sconto del 25%. Pare che in questo modo il consumatore medio abbia "percezione" di uno sconto del 45%, cioe` maggiore di quello reale.

Chi, come me, ritiene che indicare uno sconto rispetto ad un fantomatico prezzo di riferimento costituisca, per l'umanita` nel suo complesso, uno spreco di risorse rispetto all'indicare il prezzo effettivo, pare quindi debba rassegnarsi all'idea che presto anche da noi si vedranno offerte promozionali addirittura con doppia indicazione di sconto!
E qualche personaggio politico magari si fara` paladino di una proposta di legge che vieta questo particolare modo d'indicare i prezzi al pubblico. A quel punto dovrei appoggiare la proposta o no?

Ebbene, confesso che oggi non me ne importa niente di pubblicare un post su vicende di sconti e consumatori, ho solo preso spunto da questa notizia americana per una riflessione sul peso che la suggestione ha nei comportamenti delle persone...
Se e` cosi` diffusamente in grado di generare una visione distorta della realta`, e di conseguenza condurre a scelte controproducenti, su questioni facilmente riducibili a valutazioni oggettive come il prezzo di un prodotto, figuriamoci quali scelte puo` determinare su questioni altamente specialistiche, che magari solo pochi scienziati nel mondo sono in grado di ricondurre a valutazioni oggettive; per non parlare poi di tutte le questioni, di gran lunga piu` numerose, che non sono ancora entrate nel dominio di scienza e raziocinio... come la politica italiana!

La politica e` certamente un luogo di suggestioni ma se non si vogliono prendere cantonate occorre sforzarsi di ragionare su tutti quegli aspetti in cui si riesce a farlo; come dovrebbe sforzarsi a far di conto il consumatore per non lasciarsi suggestionare dalle furbesche comunicazioni dei prezzi.

Il tentativo Nopartisan di evoluzione democratica si fonda sulla volonta` di fare questo sforzo e, laddove le interazioni con i meccanismi della suggestione risultano inevitabili, esse vengono comunque improntate al massimo della trasparenza.
Ecco perche`, mentre il prevedibile paladino dell'ipotizzata ennesima proposta di legge si limiterebbe a vietare la pratica del "doppio sconto" stando bene attento a non intaccare quel mondo di suggestioni che gli consentono di restare "personaggio politico", da un punto di vista Nopartisan e` invece piu` importante che gia` con la scuola si forniscano al cittadino gli stimoli e gli strumenti necessari per affrontare le suggestioni tutte, per pensare con la propria testa... e per far di conto quando serve!

martedì 25 settembre 2007

Non capisco ma capisco

Non capisco, da un po' di tempo a questa parte i media parlano di rapimenti di militari. Ricordo di quel ragazzo israeliano rapito da un'organizzazione palestinese... un militare.
Anche solo in Europa, quanti ragazzi militari hanno subito una dura prigionia nel secolo scorso? Ecco appunto, nel secolo scorso, quando ci si riferiva alle guerre con il termine guerra; quando catturare un militare significava farlo prigioniero, no rapirlo.
Come fanno ad uniformarsi cosi` bene nel riferire in modo distorto la realta`?

Capisco la differenza tra subire il rapimento di un connazionale civile e la cattura di un connazionale militare. Un militare, oltre il fatto che ha scelto determinati rischi, e` sempre depositario di qualche informazione che, se rivelata al nemico, mette a rischio lo schieramento di appartenenza.
Se poi ti catturano addirittura qualcuno del SISMI diventa purtroppo di secondaria importanza, da un punto di vista militare, che torni a casa vivo... quello che conta veramente e` che resti "a disposizione" del nemico per il minor tempo possibile.
Checche` se ne dica in Afghanistan il punto di vista e` militare.

mercoledì 12 settembre 2007

Quattro gatti un 20 di ottobre

Se 4 gatti scrivono su un quaderno una cosa importante da fare e cercano altri 4 gatti con cui allearsi per riuscire a farla e` ragionevole pensare che, se li trovano, i secondi 4 gatti non saranno contrari a quella cosa e che, a loro volta, accetteranno l'alleanza a patto che i primi 4 gatti non si oppongano ad un'altra cosa che essi ritengono importante fare. Poi si puo` provare ad allearsi con un terzo gruppo di 4 o piu` gatti che a loro volta avranno una solidarieta` da offrire ed un obiettivo da perseguire.
Questo "processo di aggregazione" puo` anche condurre ad una grande alleanza di gatti ma e` bene scrivere sul quaderno tutte le cose da fare; sia per futura memoria sia per controllare che, nell'euforia delle alleanze, non si siano scritte cose in contrasto fra loro o tali che, se fatte, si annullerebbero addirittura a vicenda...

E` chiaro che tra centinaia di cose scritte puo` capitare che "dopo" ci si "scordi" di farne qualcuna ma, nel caso, che senso avrebbe osservare che quella sono solo quattro gatti a volerla?

Se quel quaderno fosse il programma elettorale del centrosinistra potremmo pensare a quell'alleanza come alla coalizione che ha vinto le elezioni per una manciata di voti. Stando a cio` che sostiene la FIOM e relativi "simpatizzanti", elettori o partiti che siano, la coalizione si sta "dimenticando" di fare una qualche cosa scritta nel programma e puo` essere un valido motivo per manifestare il 20 ottobre.
Ora, se non e` vero che nel programma c'e` scritto di fare questa qualche cosa, qualcuno, per favore, sbugiardi la FIOM; se c'e` scritto ma qualcuno della coalizione si e` pentito di farne parte lo dica chiaramente. Che senso ha, invece, far comunicare alla nazione da Epifani che FIOM e affini (come direbbe Toto`) sono una sparuta minoranza, come e` accaduto stasera al TG1?
Nel programma di una coalizione creatasi in quel modo e` pacifico che un qualche punto "stia a cuore" solo ad una minoranza; non si sono forse gli altri soltanto impegnati a tollerarlo?

sabato 8 settembre 2007

Sceriffo 1 tolleranza 0

Ma esiste un approccio Nopartisan al problema della criminalita`? Oppure dobbiamo conformarci allo schema secondo cui taluni o talaltri crimini sono intollerabili a seconda che la morale penda a destra o a sinistra?

In linea teorica la legge dovrebbe essere sufficientemente chiara, applicabile e rappresentativa della "morale pubblica" al punto che chi ha il compito istituzionale d'imporne o verificarne il rispetto non abbia necessita` di (o addirittura l'alibi per) "metterci del suo".

Ora, preso atto che il panorama normativo e` invece un'accozzaglia di idee, buoni e cattivi propositi miseramente affogati nell'incompetenza in fatto di logica del "parlamentare medio", spesso da noi colpevolmente eletto, che non mostra sensibilita` alcuna per la necessaria coerenza dei codici nonostante rivendichi, con diritto, al Parlamento di cui fa parte la prerogativa del potere legislativo...
Preso atto che le leggi in molti casi inglobano gli slogan di questo o quel partito ma non i metodi e gli strumenti che le rendano concretamente applicabili, favorendo cosi` chi si comporta come se non esistessero a scapito di coloro che tentano comunque di rispettarle...
Preso atto che la morale pubblica eventualmente rappresentata in una legge e` spesso in contrasto con quella nei momenti della sua applicazione e mai uguale a quella del soggetto tenuto a rispettarla o del funzionario tenuto a farla rispettare...
Ecco che nella pratica chi e` in qualche maniera coinvolto in iniziative anticrimine, questioni di ordine pubblico o sicurezza finisce per metterci molto "del suo", come pretenderebbero di fare anche i sindaci in base alle notizie di questi giorni.

(A proposito, se il tanto virtuoso rapporto diretto tra sindaco e cittadinanza regalatoci dal sistema elettorale comunale venisse trasposto a livello nazionale in un sistema presidenziale "populista", dovremmo aspettarci un esercito di "guardie svizzere" del presidente alla stregua delle "guardie urbane" che i sindaci tanto ci tengono a potenziare?)

Ma quando il "funzionario" ci mette troppo del suo, o ci mette del suo chi di norma non dovrebbe metterci alcunche`, riaffiora la bagarre sulla classificazione "politica" dei reati. E allora le estorsioni possono essere di destra o di sinistra (ma per me anche di centro) a seconda che siano grandi o piccole, oppure a seconda dello stato patrimoniale di chi le compie; gl'incendiari vengono considerati piromani o viceversa; il "lavoro nero" e` piu` colpa di chi lo fa o di chi lo paga; i servizi statali sono degradati piu` dal lobbismo o dall'assenteismo; sono piu` tollerabili i maghi o i "venditori di fumo"; vanno tutelati piu` i risparmiatori o i consumatori; la Guardia di Finanza deve occuparsi piu` dei traffici illeciti o dell'evasione fiscale; si deve rafforzare la lotta alla mafia o al terrorismo; e via elencando.

Credo invece che al di la` della confusione del panorama normativo e delle sue conseguenze si possa approcciare il problema con una assegnazione ponderata delle risorse.
Intendo dire che e` assurdo un criterio esclusivamente qualitativo... che come tale si presta a strumentalizzazioni del sentimento suscitato da contingenti vicende criminose. Per esempio, se anche stabilissimo che il problema numero 1 e` il prosperare del sistema mafioso, non avremmo deciso niente su quante energie spendere per affrontarlo e quante riservarne invece per affrontare tutti i reati ad esso non correlati.
Occorre in qualche modo introdurre una valutazione quantitativa dei crimini in modo da non prendere sbandate, finendo spesso fuori strada, ogni volta che succede qualcosa "che non ci piace". In fondo, sia che si tratti di prevenzione, repressione, investigazione, procedimento giudiziario, pena o recupero, esiste sempre almeno un'ipotesi del reato che si sta trattando e di conseguenza dell'entita` del danno ad esso associato. Non per niente esiste una "gradualita`" delle pene, detentive o pecuniarie che siano.

Quindi, per esempio, se in un dato anno si dispone di una certa quantita` di risorse da destinare alla lotta alla criminalita` nel suo complesso e` opportuno che esse vengano ripartite fra le varie "ipotesi di reato" in proporzione all'entita` del danno che quel reato arreca alla societa`, di cui fanno ovviamente parte le vittime. L'"entita`" da considerare pero` non dipende da quanto "ci girano" in quel momento a noi, allo sceriffo o a chicchessia, bensi` da cio` che la legge deve prescrivere con chiarezza.
Va da se` che per assegnare risorse contro "reati minori", con un metodo del genere, e` necessario che essi vengano "aggregati" ed affrontati come fenomeno diffuso (se lo sono); altrimenti si cadrebbe nell'errore d'ignorare il "grosso danno" costituito dalla "somma" di danni "piccoli" ma molto numerosi.

Ora c'e` da chiedersi... Quante volte l'automobilista indifeso deve subire il lavavetri estorsore per rimetterci, quale risparmiatore indifeso, quanto con "i banchieri" di qualche anno fa?