venerdì 28 dicembre 2007

Di grazia

Quando all'inizio del 2004 ci fu un dibattito sulla grazia ad Adriano Sofri molti politici presero posizione, chi a favore chi contro, con delle motivazioni alquanto discutibili. Non per niente stando a quelle motivazioni si riscontrano delle contraddizioni con le dichiarazioni di questi giorni circa la grazia a Bruno Contrada.
Considerando che i casi in questione sono palesemente diversi fra loro non sarebbe stato tanto difficile affermare allora cose che non implicassero le contraddizioni di oggi, ma non ci sono riusciti. Questa "debacle intellettuale" potrebbe dipendere dall'abitudine a subordinare la propria opinione a pregiudizi di parte, anziche` formarsela con "spirito Nopartisan".
Viceversa mi permetto di riportare in questo post (nel corsivo) le mie riflessioni di allora senza che cio` risulti in contraddizione con la mia posizione di oggi, che mi vede piuttosto sospettoso sulle manovre intorno a questa ennesima vicenda di Contrada...

Cio` che so di Adriano Sofri e delle sue vicende dipende quasi
esclusivamente da quanto ho sentito dire in TV, anche da lui stesso.
Le informazioni ricevute, nel loro insieme, mi ispirano una notevole
stima nei suoi confronti; e sicuramente, oltre a meritare l'attenzione
di autorevoli persone, merita anche la mia.

Tuttavia le mie riflessioni non trovano una collocazione fra le
posizioni pubblicamente note e quindi approfitto di questo forum per
esprimere la mia opinione.

Io credo che comunque la si giri, se non la legge in discussione,
almeno il lavoro che sta svolgendo il parlamento sia da considerarsi
"ad personam".
Ritenevo poco apprezzabile questo genere di lavoro parlamentare quando
riguardava Berlusconi e Previti; lo ritengo poco apprezzabile anche
ora che riguarda Sofri.
E poi non e` difficile immaginare come questo passaggio sara` fatto
pesare in future occasioni dall'attuale maggioranza...

Il fatto che vi siano cosi` tante, variegate ed importanti voci a
favore della grazia a Sofri nonche` le informazioni a mia disposizione
mi hanno convinto che la sua vicenda presenti delle singolarita`.
Percio` non lo considero un privilegiato per il fatto che tanti si
siano interessati al suo caso magari trascurando chissa` quali altri
casi di cui non siamo a conoscenza.
Tuttavia io avrei trovato piu` equo agire nel seguente modo.

1) Analizzare come sia potuta crearsi una situazione che oggi la
maggior parte delle persone sembra ritenere inaccettabile.
Se, come i piu` riconoscono, la sentenza definitiva non e` viziata da
errori significa che, a grandi linee, i giudici non hanno sbagliato
nell'applicare la legge.
Allora c'e` qualcosa che non va nella legge; qualcosa che fa si` che
in qualche caso particolare non si ottenga l'effetto voluto.
Mi riferisco alla legge in senso lato; quindi non necessariamente solo
quella specificatamente riguardante le imputazioni ma per esempio
anche quella parte di legislazione riguardante il "recupero" dei
condannati.

2) Attuare dei correttivi.
Una volta individuato cio` che non ha funzionato e` opportuno prendere
provvedimenti affinche` casi simili non si verifichino nuovamente.

3) Concessione della grazia da parte di chi ne ha facolta`.
Attuati i correttivi, presumibilmente anche con modifiche legislative
non retroattive, e` piu` largamente condivisibile la concessione della
grazia a tutti coloro che presumibilmente non si troverebbero oggi in
stato di detenzione se la legge fosse stata "corretta" sin dall'inizio
(questo includerebbe Sofri).

Tutte le disquisizioni e le lezioni che ci sono state impartite
ultimamente sul ruolo istituzionale delle varie cariche dello stato
nel concedere la grazia dimostrano invece quanta ipocrisia si celi
dietro certe vicende.
Nell'anno dell'ultimo giubileo infatti, se non ricordo male, fu
concessa la grazia ad Ali Agca e i telegiornali riportarono la notizia
del Papa che gli aveva concesso la grazia.
Allora nessuno di coloro che ultimamente hanno disquisito su questi
argomenti si prodigo` per far rettificare la notizia e spiegare agli
italiani che in Italia, secondo la costituzione, il Papa non puo`
concedere la grazia a chicchessia.

Comunque, cosi` come esistono certamente colpevoli impuniti, esistono
presumibilmente detenuti che non dovrebbero esserlo, a prescindere da
provvedimenti di grazia. Del resto di tanto in tanto si accertano
errori giudiziari.

Credo che la magistratura debba periodicamente analizzare il proprio
operato, tenere conto delle disfunzioni e degli errori commessi,
attuare i correttivi per quanto ammesso dalla sua autonomia e
suggerire modifiche migliorative al legislatore; soprattutto nel caso
la causa di alcuni problemi fosse individuata in ambiguita` o
incoerenze nella formulazione della legge vigente.

Trovo opportuno che un'analisi del genere sia svolta parallelamente
anche dal ministero della giustizia e che quest'ultimo, pur nel
rispetto dell'autonomia della magistratura, esprima il proprio
giudizio e si avvalga delle proprie prerogative (che non possono che
essere limitate) per ridurre gli errori e le disfunzioni.

Con la consapevolezza che l'esercizio reale della giustizia non puo`
(purtroppo) essere esente da errori e disfunzioni credo che, a
prescindere da quale ne sia la causa, il "livello di garantismo" debba
essere in qualche modo riproporzionato alla loro entita`.
In altri termini il livello di compromesso tra il rischio di non
condannare un colpevole e quello di condannare un innocente dovra`
tanto piu` evitare il secondo (cioe` aumentare le garanzie per
l'imputato) quanto maggiore risulta essere l'entita` degli errori
rilevati.

Se si ritiente che per combattere qualche fenomeno criminale
particolarmente dannoso in una certa fase temporale sia indispensabile
diminuire le garanzie per gli imputati, cio` non puo` che essere
fatto, in coscienza, solo a seguito di provvedimenti che diminuiscano
di pari passo anche gli errori giudiziari.
Come dire che per far fronte ad un crimine piu` forte occorre, per un
motivo o per l'altro, un migliore esercizio della giustizia
(probabilmente senza che cio` sia sufficiente).

Alla luce di queste considerazioni generali non e` certo l'innocenza o
la colpevolezza di Sofri ad influire sul significato dei provvedimenti
in discussione. E sono d'accordo con coloro che per chiarezza
ribadiscono questo punto.
Ma ho la sensazione che fra essi si nascondano anche persone convinte
della sua innocenza e tuttavia fortemente in imbarazzo a porre
pubblicamente le conseguenti domande.
Chi altri e` responsabile dell'omicidio del commissario Calabresi?
Chi ha tratto vantaggio dalla condanna di Adriano Sofri?


(In corsivo il testo integrale del mio intervento del 9 febbraio 2004 sul forum di "www.reteallmusic.it".)

Come detto i casi Sofri e Contrada sono diversi ma chi ha seguito le vicende processuali avra` senz'altro colto qualche similitudine... e poi si tratta di un ex agente e dirigente del SISDE... Insomma, anche nel caso di Contrada prende corpo una certa "sofferenza dietrologica" (che riconosco essere un problema mio, non una colpa sua) e cioe`... uscira` dalla "sicurezza" di un carcere militare per vivere di piu` o per vivere di meno?