lunedì 22 ottobre 2007

Strategia elettorale

Che le liste di candidati al Parlamento puntino ad aggiudicarsi quanti piu` voti possibile in occasione delle elezioni e` una delle poche cose limpide nella politica italiana. Infatti sia gli eletti intenzionati a rappresentare i propri elettori sia quelli intenzionati a curare in Parlamento gli interessi di chi gli finanzia la campagna elettorale, nonche` quelli che si propongono una combinazione di entrambe le cose, puntano al piu` ampio "bacino elettorale".

Il bacino elettorale non e` un affettuoso augurio dell'elettore all'eletto... E` quella cosa o coso che se anche in Parlamento occupi un solo posto puoi farti valere piu` del tuo collega di partito, se lui ce l'ha piu` piccolo!
Infatti, anche se molto dipende dal sistema elettorale, i voti incamerati oltre la soglia che consente l'elezione di un candidato possono contribuire all'elezione di altri della stessa lista o, piu` in generale, al peso in Parlamento e nel paese, della forza politica piu` affine.
E` quindi comprensibile che allo studio di ottimali aggregazioni elettorali si dedichi molto tempo. In questa occasione ne dedico anch'io.

Se potessimo candidarci tutti troveremmo facilmente qualcuno che la pensi in tutto e per tutto come noi e di cui potersi fidare, potremmo infatti votare per noi stessi! Tuttavia sarebbe altrettanto facile per altri candidati farsi eleggere a nostro discapito, visto che la maggior parte di noi prenderebbe un solo voto...
Ecco allora che pur di avere una rappresentanza fra gli eletti siamo disposti ad accettare che il nostro rappresentante non la pensi esattamente come noi e a correre il rischio di mal riporre la nostra fiducia. E dovendo rinunciare ad alcune cause tenderemo a trascurare quelle meno importanti e a votare in funzione di quelle che ci stanno piu` a cuore.
Certo che se alla fine ci troviamo di fronte solo due opzioni la scelta diventa molto difficile, perche` puo` capitare di dover votare in un modo per una causa e nell'altro per un'altra altrettanto importante, oppure che entrambe le opzioni c'impongano rinunce a cause che riteniamo irrinunciabili. Insomma, se la scelta si riduce troppo va a finire che si rinuncia a votare.

Ma esiste un numero di opzioni ottimale sia per le forze che devono aggregarsi che per gli elettori in cerca di rappresentanza? Probabilmente si`, ma e` molto difficile determinarlo perche`, oltre che dal sistema elettorale, quel numero dipende da fattori dinamici.
Cio` nonostante si possono individuare esigenze sistemiche che "convogliano" anche le esigenze politiche. In altre parole, se io "metto in ballo" chiare prese di posizione su liberta` di mercato, flessibilita` del lavoro, previdenza, immigrazione, pace, ambiente e quant'altro, non posso pretendere che gli elettori si riducano a scegliere fra poche combinazioni di esse preselezionate dalle innumerevoli combinazioni possibili. Se proprio voglio minimare il numero di aggregazioni elettoralmente in competizione in modo da massimizzare il peso di ciascuna devo "tracciare confini" laddove essi esistono gia` "fisiologicamente".
In Italia si puo` immaginare un confine fisiologico tra destra e sinistra, ma ce n'e` un altro colpevolmente trascurato, quello tra gli elettori che apprezzano l'operato del Governo uscente e quelli che non lo apprezzano affatto. Questo confine e` piu` importante di quelli che possiamo tracciare "preconfezionando" valori e priorita`, perche` e` insito nel sistema.

Ma veniamo ad un caso concreto.
Dopo la nascita del PD a sinistra c'e` la forte preoccupazione di una consistente perdita di rappresentanza in occasione di elezioni anticipate, o comunque di appuntamenti elettorali. Per cui si ritiene strategico aggregare in qualche modo partiti e movimenti di questa area in modo da essere sufficientemente competitivi anche di fronte a grandi partiti. Pero` questa aspirazione di unire la sinistra in una grande aggregazione pare proprio non tenere conto del suddetto confine, con conseguenze presumibilmente negative. Infatti che scelta dovrebbe fare un elettore di sinistra che non approvasse l'operato del Governo uscente? Votare per il centrodestra? Non votare affatto?

L'obiettivo di un'adeguata rappresentanza del "popolo della sinistra" nella prossima legislatura non puo` essere confuso con l'obiettivo di creare un solo grande partito di sinistra. Dopo lunghi anni di frammentazione in piccole formazioni sarebbe gia` un ottimo risultato, se si guarda alla competizione elettorale, trovarne solo due sulla scheda! Uno orientato a riconfermare l'impostazione del Governo uscente, l'altro a crearne una nuova. Due alleati che sappiano trarre, dall'esito del confronto, l'indicazione della strada da seguire per la formazione del nuovo Governo nel caso riuscissero a vincere le elezioni... in coalizione col PD!

Si`, credo proprio che due aggregazioni in tal modo delimitate rappresenterebbero piu` efficacemente la sinistra di quanto non possa fare un solo partito, seppure piu` grande di ciascuna delle due.
E che si tratti di un "confine sistemico" si deduce anche dalla sua applicabilita` allo schieramento opposto... Sono convinto, infatti, che se nel 2006 gli elettori di destra avessero avuto una concreta opportunita` di votare per il centrodestra senza che cio` rappresentasse una "promozione" del precedente Governo in molti l'avrebbero colta, ed oggi non avremmo Prodi alla guida del paese.