domenica 30 dicembre 2007

Politica vs. matematica

Nella pagina in italiano di Wikipedia dedicata a pi (pi greco) viene riportato un aneddoto secondo il quale nello stato americano dell'Indiana nel 1897 fu presentato alla "Camera dei deputati" un disegno di legge il cui effetto pratico doveva essere quello di stabilire il suo valore, ovvero il rapporto tra la misura della circonferenza di un cerchio e quella del suo diametro, da usare in tutti gli atti ufficiali. La formulazione della legge conteneva affermazioni cosi` contraddittorie che, a seconda di quali si scegliessero come valide, si potevano dedurre almeno tre valori diversi (ovviamente nessuno matematicamente corretto). Dalla piu` esplicita si ricavava che il rapporto tra le misure di circonferenza e diametro dovesse valere 3,2.

Spero che almeno qualcuno dei "miei lettori" trovi assurdo il fatto che la legge fu approvata dall'aula all'unanimita` (67 contro 0); soprattutto in considerazione del fatto che all'epoca era gia` stato matematicamente dimostrato che pi e` un valore con un numero infinito di cifre di cui se ne conoscevano gia` almeno 500 (http://it.wikipedia.org/wiki/Pi_greco/10000_cifre).
Quando il provvedimento passo` al "Senato" fu "approvato in prima lettura" da una commissione che solo grazie al fortuito coinvolgimento di un professore universitario di matematica decise di non procedere oltre. (Quando si dice "il bicameralismo"...)

Con la consapevolezza che per essere un buon matematico o un buon politico e` importante conoscere i limiti della propria disciplina mi chiedo quanto risulteranno ridicoli, fra 110 anni, molti nostri politici; in particolare quelli che pretendono di chiamare "proporzionale" cio` che non lo e`.
Se ci si riferisse ad una legge elettorale con un qualunque nome proprio, che so, Eva per esempio, non ci sarebbe di che obiettare. Anche Porcellum puo` andar bene in quanto, nonostante la sfumatura tendenzialmente qualificante, e` pur sempre un nome proprio. Quello che invece non va bene e` riferirsi all'attuale sistema elettorale per la Camera dei deputati come "proporzionale con premio di maggioranza".

Certo se il "premio" che la coalizione vincente ricevesse fosse un trofeo oppure, con qualche modifica costituzionale, la possibilita` di nominare autonomamente il Presidente del Consiglio potremmo dire che il sistema e` proporzionale. Ma poiche` il premio consiste in una certa quantita` di seggi dell'aula allora non ci siamo proprio. Infatti l'aggettivo "proporzionale" significa qualcosa di ben definito ed il volerlo imporre per intendere qualcos'altro e` una mistificazione.

Anche chi negli ultimi anni ha disertato la matematica avra` reminiscenze di quel "a sta a b come c sta a d"... Be', se la quantita` di deputati eletti nelle liste di Forza Italia sta a quella di deputati eletti nelle liste dell'Ulivo come la quantita` di voti per Forza Italia sta a quella di voti per l'Ulivo allora si puo` parlare di proporzionalita`, non altrimenti.
Sappiamo bene che questa proporzione, come tante altre che si possono prendere in esame, non e` rispettata, proprio per effetto di quel premio di maggioranza che la legge, voluta dal centrodestra nella precedente legislatura, dispone. Bisogna avere ben chiaro quindi che qualunque "premio" che consista in seggi, sia esso destinato ad una coalizione o ad un singolo partito, sia che favorisca le aggregazioni sia che le scoraggi, fara` di un sistema elettorale un sistema non proporzionale.
E le mistificazioni sono un po' come le bugie, di tanto in tanto necessitano di rattoppi; ecco allora che chi si occupa di politica si trova costretto a parlare di "sistema proporzionale puro" per intendere semplicemente un sistema proporzionale.

Altra cosa e` invece la cosiddetta "soglia di sbarramento" che, effettivamente, non influisce sul "peso reciproco" delle forze politiche insediate, se non per l'approssimazione delle proporzioni stesse. Infatti essendo per forza di cose i seggi alla Camera dei deputati molto meno dei voti espressi dagli elettori esiste una quantita` minima di voti che un partito deve ottenere per vedere eletto un proprio candidato.
Se si considera che i seggi sono 630 ci si rende conto che e` implicita una soglia dello 0,16% circa (cioe` 1 diviso 630). Quando si parla di applicare una soglia di sbarramento ad un sistema proporzionale tipicamente e` perche` la si vuole molto maggiore di quella implicita ma cio` non altera le proporzioni; anche se in termini di "rappresentanza democratica" s'introduce un deficit significativo per talune minoranze.

Molti non considerano che la distorsione delle proporzioni puo` avere effetti "indesiderati" sulle revisioni costituzionali. Infatti l'articolo 138 della nostra costituzione contiene un riferimento ad una "maggioranza di due terzi" quale garanzia di ampia approvazione della revisione in oggetto. Solo al raggiungimento, in ciascuna Camera, di tale maggioranza si esclude la possibilita` di una successiva bocciatura tramite referendum popolare (come gia` accaduto).
Se, per ipotesi, il premio di maggioranza consistesse in una quantita` di seggi tale che un partito raggiunga i due terzi questo potrebbe "da solo" modificare la costituzione senza possibilita` d'intervento degli elettori (oltre che degli altri partiti). Ma anche senza giungere a tale situazione e` evidente che quanto maggiore e` il premio in termini di seggi tanto minore sara` la reale garanzia di ampia approvazione della modifica.
Tanto e` ovvio questo effetto indesiderato che personalmente sospetto che chi ha formulato il testo costituzionale abbia dato per scontata l'effettiva proporzionalita` del sistema elettorale, ma questa e` solo un'illazione.

Certo e` che per le questioni elettorali sara` il caso di prestare molta attenzione sia a cio` che ci propina il legislatore sia al quesito dell'incombente referendum.

venerdì 28 dicembre 2007

Di grazia

Quando all'inizio del 2004 ci fu un dibattito sulla grazia ad Adriano Sofri molti politici presero posizione, chi a favore chi contro, con delle motivazioni alquanto discutibili. Non per niente stando a quelle motivazioni si riscontrano delle contraddizioni con le dichiarazioni di questi giorni circa la grazia a Bruno Contrada.
Considerando che i casi in questione sono palesemente diversi fra loro non sarebbe stato tanto difficile affermare allora cose che non implicassero le contraddizioni di oggi, ma non ci sono riusciti. Questa "debacle intellettuale" potrebbe dipendere dall'abitudine a subordinare la propria opinione a pregiudizi di parte, anziche` formarsela con "spirito Nopartisan".
Viceversa mi permetto di riportare in questo post (nel corsivo) le mie riflessioni di allora senza che cio` risulti in contraddizione con la mia posizione di oggi, che mi vede piuttosto sospettoso sulle manovre intorno a questa ennesima vicenda di Contrada...

Cio` che so di Adriano Sofri e delle sue vicende dipende quasi
esclusivamente da quanto ho sentito dire in TV, anche da lui stesso.
Le informazioni ricevute, nel loro insieme, mi ispirano una notevole
stima nei suoi confronti; e sicuramente, oltre a meritare l'attenzione
di autorevoli persone, merita anche la mia.

Tuttavia le mie riflessioni non trovano una collocazione fra le
posizioni pubblicamente note e quindi approfitto di questo forum per
esprimere la mia opinione.

Io credo che comunque la si giri, se non la legge in discussione,
almeno il lavoro che sta svolgendo il parlamento sia da considerarsi
"ad personam".
Ritenevo poco apprezzabile questo genere di lavoro parlamentare quando
riguardava Berlusconi e Previti; lo ritengo poco apprezzabile anche
ora che riguarda Sofri.
E poi non e` difficile immaginare come questo passaggio sara` fatto
pesare in future occasioni dall'attuale maggioranza...

Il fatto che vi siano cosi` tante, variegate ed importanti voci a
favore della grazia a Sofri nonche` le informazioni a mia disposizione
mi hanno convinto che la sua vicenda presenti delle singolarita`.
Percio` non lo considero un privilegiato per il fatto che tanti si
siano interessati al suo caso magari trascurando chissa` quali altri
casi di cui non siamo a conoscenza.
Tuttavia io avrei trovato piu` equo agire nel seguente modo.

1) Analizzare come sia potuta crearsi una situazione che oggi la
maggior parte delle persone sembra ritenere inaccettabile.
Se, come i piu` riconoscono, la sentenza definitiva non e` viziata da
errori significa che, a grandi linee, i giudici non hanno sbagliato
nell'applicare la legge.
Allora c'e` qualcosa che non va nella legge; qualcosa che fa si` che
in qualche caso particolare non si ottenga l'effetto voluto.
Mi riferisco alla legge in senso lato; quindi non necessariamente solo
quella specificatamente riguardante le imputazioni ma per esempio
anche quella parte di legislazione riguardante il "recupero" dei
condannati.

2) Attuare dei correttivi.
Una volta individuato cio` che non ha funzionato e` opportuno prendere
provvedimenti affinche` casi simili non si verifichino nuovamente.

3) Concessione della grazia da parte di chi ne ha facolta`.
Attuati i correttivi, presumibilmente anche con modifiche legislative
non retroattive, e` piu` largamente condivisibile la concessione della
grazia a tutti coloro che presumibilmente non si troverebbero oggi in
stato di detenzione se la legge fosse stata "corretta" sin dall'inizio
(questo includerebbe Sofri).

Tutte le disquisizioni e le lezioni che ci sono state impartite
ultimamente sul ruolo istituzionale delle varie cariche dello stato
nel concedere la grazia dimostrano invece quanta ipocrisia si celi
dietro certe vicende.
Nell'anno dell'ultimo giubileo infatti, se non ricordo male, fu
concessa la grazia ad Ali Agca e i telegiornali riportarono la notizia
del Papa che gli aveva concesso la grazia.
Allora nessuno di coloro che ultimamente hanno disquisito su questi
argomenti si prodigo` per far rettificare la notizia e spiegare agli
italiani che in Italia, secondo la costituzione, il Papa non puo`
concedere la grazia a chicchessia.

Comunque, cosi` come esistono certamente colpevoli impuniti, esistono
presumibilmente detenuti che non dovrebbero esserlo, a prescindere da
provvedimenti di grazia. Del resto di tanto in tanto si accertano
errori giudiziari.

Credo che la magistratura debba periodicamente analizzare il proprio
operato, tenere conto delle disfunzioni e degli errori commessi,
attuare i correttivi per quanto ammesso dalla sua autonomia e
suggerire modifiche migliorative al legislatore; soprattutto nel caso
la causa di alcuni problemi fosse individuata in ambiguita` o
incoerenze nella formulazione della legge vigente.

Trovo opportuno che un'analisi del genere sia svolta parallelamente
anche dal ministero della giustizia e che quest'ultimo, pur nel
rispetto dell'autonomia della magistratura, esprima il proprio
giudizio e si avvalga delle proprie prerogative (che non possono che
essere limitate) per ridurre gli errori e le disfunzioni.

Con la consapevolezza che l'esercizio reale della giustizia non puo`
(purtroppo) essere esente da errori e disfunzioni credo che, a
prescindere da quale ne sia la causa, il "livello di garantismo" debba
essere in qualche modo riproporzionato alla loro entita`.
In altri termini il livello di compromesso tra il rischio di non
condannare un colpevole e quello di condannare un innocente dovra`
tanto piu` evitare il secondo (cioe` aumentare le garanzie per
l'imputato) quanto maggiore risulta essere l'entita` degli errori
rilevati.

Se si ritiente che per combattere qualche fenomeno criminale
particolarmente dannoso in una certa fase temporale sia indispensabile
diminuire le garanzie per gli imputati, cio` non puo` che essere
fatto, in coscienza, solo a seguito di provvedimenti che diminuiscano
di pari passo anche gli errori giudiziari.
Come dire che per far fronte ad un crimine piu` forte occorre, per un
motivo o per l'altro, un migliore esercizio della giustizia
(probabilmente senza che cio` sia sufficiente).

Alla luce di queste considerazioni generali non e` certo l'innocenza o
la colpevolezza di Sofri ad influire sul significato dei provvedimenti
in discussione. E sono d'accordo con coloro che per chiarezza
ribadiscono questo punto.
Ma ho la sensazione che fra essi si nascondano anche persone convinte
della sua innocenza e tuttavia fortemente in imbarazzo a porre
pubblicamente le conseguenti domande.
Chi altri e` responsabile dell'omicidio del commissario Calabresi?
Chi ha tratto vantaggio dalla condanna di Adriano Sofri?


(In corsivo il testo integrale del mio intervento del 9 febbraio 2004 sul forum di "www.reteallmusic.it".)

Come detto i casi Sofri e Contrada sono diversi ma chi ha seguito le vicende processuali avra` senz'altro colto qualche similitudine... e poi si tratta di un ex agente e dirigente del SISDE... Insomma, anche nel caso di Contrada prende corpo una certa "sofferenza dietrologica" (che riconosco essere un problema mio, non una colpa sua) e cioe`... uscira` dalla "sicurezza" di un carcere militare per vivere di piu` o per vivere di meno?

giovedì 27 dicembre 2007

Ancora sulle automobili

Come se non bastassero i pubblicitari ci si mettono anche i giornalisti; che circuiti dalle molte fesserie propinate dai nuovi maestri della comunicazione, per altro bravi a vendersi come depositari delle uniche tecniche efficaci, si preoccupano di non farci fare calcoli circa l'andamento del prezzo dei carburanti pretendendo che a noi interessi sapere quanti euro ci costa "fare il pieno". Il pieno? Ma de che?

Posso anche capire che arrovellandosi in inutili statistiche si possa giungere a calcolare qual e` la capacita` media di un serbatoio, ma dato che nelle nostre auto i serbatoi sono diversi a che ci serve conoscere quanto costa fare il pieno del "serbatoio medio"? O comunque riferirsi ad una quantita` di carburante non espressa in litri?
Anzi, la cosa puo` rivelarsi addirittura ingannevole... E non tanto perche` dopo aver sentito la notizia vai a fare il pieno e scopri che le cose stanno diversamente (anche se il tuo serbatoio fosse esattamente come quello di riferimento comunque non sarebbe vuoto), quanto piuttosto perche` ho grossi dubbi che un riferimento cosi` antiscientifico non subisca variazioni nel corso degli anni; complicando persino l'altrimenti semplice calcolo della variazione rispetto ad un qualche anno precedente.

E` di oggi la notizia che da test effettuati da Quattroruote risultano "consumi reali" molto maggiori di quelli dichiarati dalle case costruttrici. E il "giornalista medio" ne riferisce come di uno scandalo, a cui occorrerebbe porre rimedio imponendo delle modifiche alla procedura ufficiale di test, quella da cui si ricavano i dati che le case devono dichiarare, in modo da renderla piu` simile al "caso reale".

Direi che anche qui siamo nell'ambito dell'"antiscienza"... C'e` forse un modo di usare l'automobile a cui tutti, secondo questi giornalisti, dovremmo uniformarci?
Per esempio si dice che la procedura non va bene perche` permette di tenere spento l'impianto dell'aria condizionata mentre "tutti" gli automobilisti lo tengono in funzione. Certo che con l'impianto acceso si consuma di piu` (a parita` di altre condizioni) ma se s'impone di fare il test con l'impianto in funzione bisogna anche stabilire le condizioni di temperatura esterna ed interna; solo che poi il risultato sarebbe ancora una volta poco significativo dal momento che la temperatura e` molto variabile da stagione a stagione e da luogo a luogo, anche limitandosi alla sola Europa.

Semmai c'e` da scandalizzarsi del fatto che molte riviste specializzate forniscono tabelle comparative in cui appaiono, fra dati oggettivi come la cilindrata o il numero delle marce, dati gia` in teoria estremamente approssimativi (se non addirittura privi di senso) come appunto il consumo "nominale".

La cosa preoccupante e` che se da un lato c'e` una forte esigenza di tutela dei consumatori, al punto da giustificare il loro associazionismo, dall'altro c'e` una cultura della rivendicazione che pare fondata sul sensazionalismo; che agisce proprio su quelle "leve" da cui i consumatori dovrebbero invece, nel proprio interesse, affrancarsi coltivando le capacita` di approfondimento e argomentazione.

Non oso immaginare lo scandalo quando si scoprira` che i produttori dichiarano che le loro automobili sono dotate di accendisigari mentre la maggior parte degli utenti lo usano per accendere le sigarette!

lunedì 24 dicembre 2007

"Sconsigli" per gli acquisti

Ho visto sfrecciare in TV, durante uno spot pubblicitario, un'automobile fra le cui peculiarita` (ovvero fra le prescelte da citare in uno spot) vi e` una garanzia di 7 anni. Allora m'e` venuto in mente di quando alcuni anni fa, in occasione dell'acquisto della mia unica attuale auto, mi posi il problema di valutare il vantaggio effettivo di una garanzia di 3 anni, sbandierata in certe offerte di allora presumo per renderle piu` allettanti, rispetto a quelle di vetture con periodo di garanzia canonico.

M'informai ulteriormente e dissero che la garanzia sarebbe decaduta qualora gl'interventi di manutenzione non fossero stati eseguiti regolarmente e da officine accreditate. Allora chiesi quali erano i costi dei regolari interventi di manutenzione che avrei dovuto sostenere nei 3 anni di garanzia e mi fu risposto che non erano in grado di dirmelo perche` dipendevano dai chilometri che avrei percorso, in quanto i "tagliandi" andavano eseguiti in corrispondenza di determinati chilometraggi.
Lo supponevo gia` ma grazie alle nuove informazioni potei stimare che nel periodo di garanzia avrei necessitato di 5 tagliandi, cosi` ne chiesi il costo. Mi dissero che non si poteva sapere perche` le officine hanno una certa liberta` nello stabilire le tariffe, e comunque queste variano nel tempo.

Allora vediamo, uno potrebbe spendere 10000 euro per acquistare un'automobile con un anno di garanzia ed altri 500 complessivamente per la regolare manutenzione nei 3 anni successivi all'acquisto. Oppure potrebbe spendere 10000 euro per acquistare un'automobile con 3 anni di garanzia ed altri 1500 complessivamente per la regolare manutenzione nel corso di quegli stessi 3 anni.
E` evidente che a parita` delle altre condizioni il secondo caso e` sconveniente; ma nulla esclude che possa accadere. Cioe` la durata di tali garanzie, in termini di valutazione d'acquisto, non significa niente, se non che puo` rivelarsi una fregatura.

Questo fatto che da 3, di anni, si e` giunti ad offrirne 7 mi suggerisce l'idea che la suggestione continua a funzionare... Cosi` mi stupisco meno anche del seguito che certi politici continuano ad avere...

lunedì 19 novembre 2007

Notiziona elettorale

Nel post del 14 agosto 2007 accennai ad iniziative di modifica della legge elettorale ed alla mia predilezione per "quelle volte al massimo di rappresentanza democratica".

Non posso quindi non rimarcare la notizia secondo cui Berlusconi sta ora proponendo un "proporzionale puro con sbarramento"; che, pur non garantendo il massimo della rappresentanza possibile, costituisce appunto "il massimo" fra le proposte avanzate dall'inizio dell'attuale legislatura dai suoi principali protagonisti.

domenica 18 novembre 2007

Attacchi alle forze dell'ordine

E` senz'altro immaginabile una societa` ideale nella quale non esistano "forze dell'ordine", cioe` istituzioni finalizzate ed autorizzate ad imporre il rispetto della legge anche con "la forza". E` pure immaginabile che cio` che da un lato chiamiamo forza dal lato di chi ne e` oggetto puo`, in tante circostanze, essere vissuto come violenza, a prescindere che le sue colpe la richiedano.

Puo` anche darsi che su un lungo percorso la societa` reale si evolva in una di quelle immaginabili, ma ora le forze dell'ordine sono necessarie. E` quindi preoccupante che esse siano sottoposte a pericolosi attacchi, come accade principalmente a Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri.

Attacchi da esagitati frequentatori di stadi, che nello "sfogo sociale" incubano il crimine, senza eccezione per l'omicidio.

Attacchi dagli ultras delle squadre Protesta e Vendetta, che assaltano o assediano minacciosamente caserme e commissariati.

Attacchi da mafiosi infiltrati che passano informazioni riservate e cruciali, mettendo gravemente a rischio anche la sicurezza dei colleghi al servizio dello stato.

Attacchi dall'arruolamento di "gladiatori" fanatici e visionari.

Attacchi da agenti che commettono rapine, omicidi di zingari e carabinieri, con o senza "Uno bianche".

Attacchi interni da cameratismo omertoso di stampo fascista e vigliacco squadrismo di quartiere.

Attacchi dalle manie moraliste di "giustizieri fai da te", del giorno e della notte.

Attacchi dai propri "responsabili selezione personale", incapaci di tenere lontano dalle armi esaltati ed immaturi.

Attacchi dalla politica, capace di stravolgere ogni concezione di responsabile ed operoso servizio con promozioni incomprensibili, sia all'"opinione pubblica" che ai sottoposti.

Attacchi dagli esiti nefasti di cariche non autorizzate di carabinieri contro la folla.

Attacchi dal ricorso a false prove e false testimonianze per coperture reciproche.

Attacchi da personalita` di spicco, come quando in occasione del G8 di Genova l'allora vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, ci tranquillizzava dai telegiornali con dichiarazioni successivamente rivelatesi false, e smentite di gravi notizie successivamente rivelatesi vere.
Mi avra` pure un po' tranquillizzato ma non poteva tranquillizzare quelli che essendo li` le cose le avevano viste con i loro occhi; e che dalle smentite istituzionali traevano ulteriore alimento per il senso d'ingiustizia, capace d'indurre disperazione in alcuni, esasperazione in altri e reazioni violente in altri ancora. Come se di violenti in giro non ce ne fossero gia` abbastanza.
E non e` certo quello l'unico esempio di vicende in cui per "salvare la faccia" (altro che tranquillizzare l'opinione pubblica) personaggi di spicco mettono implicitamente a rischio l'incolumita` di carabinieri e poliziotti.

E quando si mandano carabinieri ad operare e morire in territori di guerra? Non e` un implicito attacco alle nostre forze dell'ordine, mantenute per altri scopi?

Si vuole difenderle, giustamente, ma non ho capito bene... da quali attacchi si vorrebbe cominciare?

lunedì 22 ottobre 2007

Strategia elettorale

Che le liste di candidati al Parlamento puntino ad aggiudicarsi quanti piu` voti possibile in occasione delle elezioni e` una delle poche cose limpide nella politica italiana. Infatti sia gli eletti intenzionati a rappresentare i propri elettori sia quelli intenzionati a curare in Parlamento gli interessi di chi gli finanzia la campagna elettorale, nonche` quelli che si propongono una combinazione di entrambe le cose, puntano al piu` ampio "bacino elettorale".

Il bacino elettorale non e` un affettuoso augurio dell'elettore all'eletto... E` quella cosa o coso che se anche in Parlamento occupi un solo posto puoi farti valere piu` del tuo collega di partito, se lui ce l'ha piu` piccolo!
Infatti, anche se molto dipende dal sistema elettorale, i voti incamerati oltre la soglia che consente l'elezione di un candidato possono contribuire all'elezione di altri della stessa lista o, piu` in generale, al peso in Parlamento e nel paese, della forza politica piu` affine.
E` quindi comprensibile che allo studio di ottimali aggregazioni elettorali si dedichi molto tempo. In questa occasione ne dedico anch'io.

Se potessimo candidarci tutti troveremmo facilmente qualcuno che la pensi in tutto e per tutto come noi e di cui potersi fidare, potremmo infatti votare per noi stessi! Tuttavia sarebbe altrettanto facile per altri candidati farsi eleggere a nostro discapito, visto che la maggior parte di noi prenderebbe un solo voto...
Ecco allora che pur di avere una rappresentanza fra gli eletti siamo disposti ad accettare che il nostro rappresentante non la pensi esattamente come noi e a correre il rischio di mal riporre la nostra fiducia. E dovendo rinunciare ad alcune cause tenderemo a trascurare quelle meno importanti e a votare in funzione di quelle che ci stanno piu` a cuore.
Certo che se alla fine ci troviamo di fronte solo due opzioni la scelta diventa molto difficile, perche` puo` capitare di dover votare in un modo per una causa e nell'altro per un'altra altrettanto importante, oppure che entrambe le opzioni c'impongano rinunce a cause che riteniamo irrinunciabili. Insomma, se la scelta si riduce troppo va a finire che si rinuncia a votare.

Ma esiste un numero di opzioni ottimale sia per le forze che devono aggregarsi che per gli elettori in cerca di rappresentanza? Probabilmente si`, ma e` molto difficile determinarlo perche`, oltre che dal sistema elettorale, quel numero dipende da fattori dinamici.
Cio` nonostante si possono individuare esigenze sistemiche che "convogliano" anche le esigenze politiche. In altre parole, se io "metto in ballo" chiare prese di posizione su liberta` di mercato, flessibilita` del lavoro, previdenza, immigrazione, pace, ambiente e quant'altro, non posso pretendere che gli elettori si riducano a scegliere fra poche combinazioni di esse preselezionate dalle innumerevoli combinazioni possibili. Se proprio voglio minimare il numero di aggregazioni elettoralmente in competizione in modo da massimizzare il peso di ciascuna devo "tracciare confini" laddove essi esistono gia` "fisiologicamente".
In Italia si puo` immaginare un confine fisiologico tra destra e sinistra, ma ce n'e` un altro colpevolmente trascurato, quello tra gli elettori che apprezzano l'operato del Governo uscente e quelli che non lo apprezzano affatto. Questo confine e` piu` importante di quelli che possiamo tracciare "preconfezionando" valori e priorita`, perche` e` insito nel sistema.

Ma veniamo ad un caso concreto.
Dopo la nascita del PD a sinistra c'e` la forte preoccupazione di una consistente perdita di rappresentanza in occasione di elezioni anticipate, o comunque di appuntamenti elettorali. Per cui si ritiene strategico aggregare in qualche modo partiti e movimenti di questa area in modo da essere sufficientemente competitivi anche di fronte a grandi partiti. Pero` questa aspirazione di unire la sinistra in una grande aggregazione pare proprio non tenere conto del suddetto confine, con conseguenze presumibilmente negative. Infatti che scelta dovrebbe fare un elettore di sinistra che non approvasse l'operato del Governo uscente? Votare per il centrodestra? Non votare affatto?

L'obiettivo di un'adeguata rappresentanza del "popolo della sinistra" nella prossima legislatura non puo` essere confuso con l'obiettivo di creare un solo grande partito di sinistra. Dopo lunghi anni di frammentazione in piccole formazioni sarebbe gia` un ottimo risultato, se si guarda alla competizione elettorale, trovarne solo due sulla scheda! Uno orientato a riconfermare l'impostazione del Governo uscente, l'altro a crearne una nuova. Due alleati che sappiano trarre, dall'esito del confronto, l'indicazione della strada da seguire per la formazione del nuovo Governo nel caso riuscissero a vincere le elezioni... in coalizione col PD!

Si`, credo proprio che due aggregazioni in tal modo delimitate rappresenterebbero piu` efficacemente la sinistra di quanto non possa fare un solo partito, seppure piu` grande di ciascuna delle due.
E che si tratti di un "confine sistemico" si deduce anche dalla sua applicabilita` allo schieramento opposto... Sono convinto, infatti, che se nel 2006 gli elettori di destra avessero avuto una concreta opportunita` di votare per il centrodestra senza che cio` rappresentasse una "promozione" del precedente Governo in molti l'avrebbero colta, ed oggi non avremmo Prodi alla guida del paese.

domenica 21 ottobre 2007

Vortice al vertice

Nel post del 14 agosto menzionavo "il grottesco che avvolge la politica italiana" quale probabile causa degli "aspetti ridicoli" che possono risaltare nell'idea dell'impegno Nopartisan. Ora ho l'occasione di fare un esempio del grottesco a cui mi riferivo; e nel frattempo ne avrei potuti fare degli altri.

Per settimane si e` prospettata la partecipazione di qualche ministro alla manifestazione di ieri e si e` polemizzato sulla valutazione se cio` rappresentasse o meno una contraddizione, come se una parte del Governo dovesse manifestare contro di esso per esporre critiche anziche` farlo nei modi e luoghi preposti. E quando e` stato finalmente esplicitato dagli organizzatori che la manifestazione non era da intendersi contro il Governo cosa e` successo? Che nelle stesse ore gli stessi ministri hanno accolto le raccomandazioni di non partecipare provenienti dall'"alto".

Insomma, quando potevano dare l'impressione di attaccare il Governo erano ancora orientati a presentarsi in piazza con i manifestanti, quando poi s'e` detto che la manifestazione non aveva quello scopo hanno desistito... Ma allora ce l'avevano davvero col Governo?!
In ogni caso tutto cio` non e` grottesco?

martedì 9 ottobre 2007

Rigore da fischiare

Liste elettorali, certificati, documenti d'identita`, vidimazioni, cabine, urne, sigilli, scrutatori e presidenti di seggio, regolamenti ratificati e verbali... Possibile che qualcuno possa credere che tutte queste cose non servono a minimare i brogli? A cosa servirebbero allora? Ma davvero si pensa che i risultati delle cosiddette "primarie" o dei referendum tra i lavoratori possano essere rigorosi?

Tali consultazioni si svolgono in contesti e con sistemi che in quanto a garanzie d'attendibilita` sono semplicemente ridicoli. Al punto da rendere ridicoli anche quei politici che in queste ore denunciano brogli e vi dibattono...
Oh cielo! Ci sono brogli nel referendum sul protocollo del welfare? Com'e` stato possibile eludere un sistema ispirato da cotanto scrupolo per la democrazia?
Ma per piacere... un po' di rispetto per l'intelligenza umana!

Questo genere di consultazioni praticamente ha senso solo per chi vi partecipa; persone che, certamente, meritano anch'esse rispetto.
Si tratta di sbrigare questioni interne, fra gli iscritti a questa o a quella organizzazione; e in tal senso anche gli "esterni" farebbero bene a rispettare le scelte sia di chi decide di parteciparvi sia di chi decide di non farlo. Se pero` c'e` qualcuno che fa il furbo e prova ad attribuirgli valenze extra, sia che paventi brogli sia che pretenda un riconoscimento di legittimita` esternamente vincolante, ho una sola cosa da dirgli... "sei ridicolo".

sabato 29 settembre 2007

Suggestioni d'importazione

Come ormai in molti abbiamo capito (in qualche caso con tanto di esperienza personale!) per il "consumatore medio" esiste una differenza di prezzo "percepita" che si fa beffe di quella aritmetica, cioe` reale. Abbiamo da tempo importato quel modo di prezzare le merci secondo il quale ridurre un prezzo in euro da 10,00 a 9,95 e` piu` accattivante che ridurne un altro da 9,05 a 9,00. Come se il consumatore percepisse un maggiore risparmio nel primo caso mentre sempre di 5 centesimi si tratta; anzi, in termini percentuali, per lui sarebbe addirittura piu` auspicabile la seconda riduzione...

Ho avuto sentore proprio stamattina, da un giornalista americano, che negli Stati Uniti si e` ormai diffusa una pratica promozionale con doppio sconto.
Per esempio, anziche` comunicare al consumatore che ha diritto ad uno sconto del 40% sul prezzo "nominale" di un determinato articolo, si comunica che per esso sono attive due promozioni; una che stabilisce uno sconto del 20% e l'altra che prevede un ulteriore sconto del 25%. Pare che in questo modo il consumatore medio abbia "percezione" di uno sconto del 45%, cioe` maggiore di quello reale.

Chi, come me, ritiene che indicare uno sconto rispetto ad un fantomatico prezzo di riferimento costituisca, per l'umanita` nel suo complesso, uno spreco di risorse rispetto all'indicare il prezzo effettivo, pare quindi debba rassegnarsi all'idea che presto anche da noi si vedranno offerte promozionali addirittura con doppia indicazione di sconto!
E qualche personaggio politico magari si fara` paladino di una proposta di legge che vieta questo particolare modo d'indicare i prezzi al pubblico. A quel punto dovrei appoggiare la proposta o no?

Ebbene, confesso che oggi non me ne importa niente di pubblicare un post su vicende di sconti e consumatori, ho solo preso spunto da questa notizia americana per una riflessione sul peso che la suggestione ha nei comportamenti delle persone...
Se e` cosi` diffusamente in grado di generare una visione distorta della realta`, e di conseguenza condurre a scelte controproducenti, su questioni facilmente riducibili a valutazioni oggettive come il prezzo di un prodotto, figuriamoci quali scelte puo` determinare su questioni altamente specialistiche, che magari solo pochi scienziati nel mondo sono in grado di ricondurre a valutazioni oggettive; per non parlare poi di tutte le questioni, di gran lunga piu` numerose, che non sono ancora entrate nel dominio di scienza e raziocinio... come la politica italiana!

La politica e` certamente un luogo di suggestioni ma se non si vogliono prendere cantonate occorre sforzarsi di ragionare su tutti quegli aspetti in cui si riesce a farlo; come dovrebbe sforzarsi a far di conto il consumatore per non lasciarsi suggestionare dalle furbesche comunicazioni dei prezzi.

Il tentativo Nopartisan di evoluzione democratica si fonda sulla volonta` di fare questo sforzo e, laddove le interazioni con i meccanismi della suggestione risultano inevitabili, esse vengono comunque improntate al massimo della trasparenza.
Ecco perche`, mentre il prevedibile paladino dell'ipotizzata ennesima proposta di legge si limiterebbe a vietare la pratica del "doppio sconto" stando bene attento a non intaccare quel mondo di suggestioni che gli consentono di restare "personaggio politico", da un punto di vista Nopartisan e` invece piu` importante che gia` con la scuola si forniscano al cittadino gli stimoli e gli strumenti necessari per affrontare le suggestioni tutte, per pensare con la propria testa... e per far di conto quando serve!

martedì 25 settembre 2007

Non capisco ma capisco

Non capisco, da un po' di tempo a questa parte i media parlano di rapimenti di militari. Ricordo di quel ragazzo israeliano rapito da un'organizzazione palestinese... un militare.
Anche solo in Europa, quanti ragazzi militari hanno subito una dura prigionia nel secolo scorso? Ecco appunto, nel secolo scorso, quando ci si riferiva alle guerre con il termine guerra; quando catturare un militare significava farlo prigioniero, no rapirlo.
Come fanno ad uniformarsi cosi` bene nel riferire in modo distorto la realta`?

Capisco la differenza tra subire il rapimento di un connazionale civile e la cattura di un connazionale militare. Un militare, oltre il fatto che ha scelto determinati rischi, e` sempre depositario di qualche informazione che, se rivelata al nemico, mette a rischio lo schieramento di appartenenza.
Se poi ti catturano addirittura qualcuno del SISMI diventa purtroppo di secondaria importanza, da un punto di vista militare, che torni a casa vivo... quello che conta veramente e` che resti "a disposizione" del nemico per il minor tempo possibile.
Checche` se ne dica in Afghanistan il punto di vista e` militare.

mercoledì 12 settembre 2007

Quattro gatti un 20 di ottobre

Se 4 gatti scrivono su un quaderno una cosa importante da fare e cercano altri 4 gatti con cui allearsi per riuscire a farla e` ragionevole pensare che, se li trovano, i secondi 4 gatti non saranno contrari a quella cosa e che, a loro volta, accetteranno l'alleanza a patto che i primi 4 gatti non si oppongano ad un'altra cosa che essi ritengono importante fare. Poi si puo` provare ad allearsi con un terzo gruppo di 4 o piu` gatti che a loro volta avranno una solidarieta` da offrire ed un obiettivo da perseguire.
Questo "processo di aggregazione" puo` anche condurre ad una grande alleanza di gatti ma e` bene scrivere sul quaderno tutte le cose da fare; sia per futura memoria sia per controllare che, nell'euforia delle alleanze, non si siano scritte cose in contrasto fra loro o tali che, se fatte, si annullerebbero addirittura a vicenda...

E` chiaro che tra centinaia di cose scritte puo` capitare che "dopo" ci si "scordi" di farne qualcuna ma, nel caso, che senso avrebbe osservare che quella sono solo quattro gatti a volerla?

Se quel quaderno fosse il programma elettorale del centrosinistra potremmo pensare a quell'alleanza come alla coalizione che ha vinto le elezioni per una manciata di voti. Stando a cio` che sostiene la FIOM e relativi "simpatizzanti", elettori o partiti che siano, la coalizione si sta "dimenticando" di fare una qualche cosa scritta nel programma e puo` essere un valido motivo per manifestare il 20 ottobre.
Ora, se non e` vero che nel programma c'e` scritto di fare questa qualche cosa, qualcuno, per favore, sbugiardi la FIOM; se c'e` scritto ma qualcuno della coalizione si e` pentito di farne parte lo dica chiaramente. Che senso ha, invece, far comunicare alla nazione da Epifani che FIOM e affini (come direbbe Toto`) sono una sparuta minoranza, come e` accaduto stasera al TG1?
Nel programma di una coalizione creatasi in quel modo e` pacifico che un qualche punto "stia a cuore" solo ad una minoranza; non si sono forse gli altri soltanto impegnati a tollerarlo?

sabato 8 settembre 2007

Sceriffo 1 tolleranza 0

Ma esiste un approccio Nopartisan al problema della criminalita`? Oppure dobbiamo conformarci allo schema secondo cui taluni o talaltri crimini sono intollerabili a seconda che la morale penda a destra o a sinistra?

In linea teorica la legge dovrebbe essere sufficientemente chiara, applicabile e rappresentativa della "morale pubblica" al punto che chi ha il compito istituzionale d'imporne o verificarne il rispetto non abbia necessita` di (o addirittura l'alibi per) "metterci del suo".

Ora, preso atto che il panorama normativo e` invece un'accozzaglia di idee, buoni e cattivi propositi miseramente affogati nell'incompetenza in fatto di logica del "parlamentare medio", spesso da noi colpevolmente eletto, che non mostra sensibilita` alcuna per la necessaria coerenza dei codici nonostante rivendichi, con diritto, al Parlamento di cui fa parte la prerogativa del potere legislativo...
Preso atto che le leggi in molti casi inglobano gli slogan di questo o quel partito ma non i metodi e gli strumenti che le rendano concretamente applicabili, favorendo cosi` chi si comporta come se non esistessero a scapito di coloro che tentano comunque di rispettarle...
Preso atto che la morale pubblica eventualmente rappresentata in una legge e` spesso in contrasto con quella nei momenti della sua applicazione e mai uguale a quella del soggetto tenuto a rispettarla o del funzionario tenuto a farla rispettare...
Ecco che nella pratica chi e` in qualche maniera coinvolto in iniziative anticrimine, questioni di ordine pubblico o sicurezza finisce per metterci molto "del suo", come pretenderebbero di fare anche i sindaci in base alle notizie di questi giorni.

(A proposito, se il tanto virtuoso rapporto diretto tra sindaco e cittadinanza regalatoci dal sistema elettorale comunale venisse trasposto a livello nazionale in un sistema presidenziale "populista", dovremmo aspettarci un esercito di "guardie svizzere" del presidente alla stregua delle "guardie urbane" che i sindaci tanto ci tengono a potenziare?)

Ma quando il "funzionario" ci mette troppo del suo, o ci mette del suo chi di norma non dovrebbe metterci alcunche`, riaffiora la bagarre sulla classificazione "politica" dei reati. E allora le estorsioni possono essere di destra o di sinistra (ma per me anche di centro) a seconda che siano grandi o piccole, oppure a seconda dello stato patrimoniale di chi le compie; gl'incendiari vengono considerati piromani o viceversa; il "lavoro nero" e` piu` colpa di chi lo fa o di chi lo paga; i servizi statali sono degradati piu` dal lobbismo o dall'assenteismo; sono piu` tollerabili i maghi o i "venditori di fumo"; vanno tutelati piu` i risparmiatori o i consumatori; la Guardia di Finanza deve occuparsi piu` dei traffici illeciti o dell'evasione fiscale; si deve rafforzare la lotta alla mafia o al terrorismo; e via elencando.

Credo invece che al di la` della confusione del panorama normativo e delle sue conseguenze si possa approcciare il problema con una assegnazione ponderata delle risorse.
Intendo dire che e` assurdo un criterio esclusivamente qualitativo... che come tale si presta a strumentalizzazioni del sentimento suscitato da contingenti vicende criminose. Per esempio, se anche stabilissimo che il problema numero 1 e` il prosperare del sistema mafioso, non avremmo deciso niente su quante energie spendere per affrontarlo e quante riservarne invece per affrontare tutti i reati ad esso non correlati.
Occorre in qualche modo introdurre una valutazione quantitativa dei crimini in modo da non prendere sbandate, finendo spesso fuori strada, ogni volta che succede qualcosa "che non ci piace". In fondo, sia che si tratti di prevenzione, repressione, investigazione, procedimento giudiziario, pena o recupero, esiste sempre almeno un'ipotesi del reato che si sta trattando e di conseguenza dell'entita` del danno ad esso associato. Non per niente esiste una "gradualita`" delle pene, detentive o pecuniarie che siano.

Quindi, per esempio, se in un dato anno si dispone di una certa quantita` di risorse da destinare alla lotta alla criminalita` nel suo complesso e` opportuno che esse vengano ripartite fra le varie "ipotesi di reato" in proporzione all'entita` del danno che quel reato arreca alla societa`, di cui fanno ovviamente parte le vittime. L'"entita`" da considerare pero` non dipende da quanto "ci girano" in quel momento a noi, allo sceriffo o a chicchessia, bensi` da cio` che la legge deve prescrivere con chiarezza.
Va da se` che per assegnare risorse contro "reati minori", con un metodo del genere, e` necessario che essi vengano "aggregati" ed affrontati come fenomeno diffuso (se lo sono); altrimenti si cadrebbe nell'errore d'ignorare il "grosso danno" costituito dalla "somma" di danni "piccoli" ma molto numerosi.

Ora c'e` da chiedersi... Quante volte l'automobilista indifeso deve subire il lavavetri estorsore per rimetterci, quale risparmiatore indifeso, quanto con "i banchieri" di qualche anno fa?

venerdì 31 agosto 2007

Verso il PD

Secondo il senso di questo blog (ammesso che gliene si riconosca uno!) i post dovrebbero prevalentemente riguardare argomenti politici, ma solo per questioni trattabili con un minimo di razionale distacco, evitando quindi quegli aspetti dell'argomento che attengono a convinzioni e passioni di parte (per i quali ho altri "luoghi di sfogo"). Cio` nonostante, rileggendomi, noto che affiorano qua e la` simpatie ed antipatie (con una prevalenza delle seconde!); quindi e` con la consapevolezza che gli umani limiti possono tradire la mia intenzione che mi accingo ad affrontare la "questione in oggetto"...

Proprio ieri Ennio, che di politica se ne intende veramente, m'ha fatto notare come l'idea che avevo sul significato dell'ormai famoso "voto del 14 ottobre" fosse infondata.
Non essendo interessato a partecipare alla formazione del Partito Democratico (non svelo niente, lo si evince dall'iniziativa stessa di questo blog) l'idea s'era formata solo su quanto giuntomi dai media, con qualche attenzione in piu` per le affermazioni dei protagonisti della vicenda. E` per questo che ritengo di essere stato in numerosa compagnia nel pensare che la partecipazione al voto, con tanto di elargizione monetaria, equivalesse all'iscrizione al partito.
Sbagliato!

Con il voto del 14 ottobre, aperto a tutti, si elegge un'assemblea costituente che, fra le altre cose, stabilira` le modalita` di adesione al nuovo partito. Solo allora potranno iniziare le iscrizioni.
Questa semplice "differenza" da cio` che molti pensano fa sorgere degli interrogativi.

Il segretario politico nazionale, eletto contestualmente all'assemblea, sara` il segretario per chi? Non certo per gl'iscritti al partito, visto che ancora non esisteranno. E quando essi esisteranno dovranno avere il diritto, in qualche modo, di eleggere un segretario; anche perche` costituiranno una base elettorale presumibilmente diversa da quella del 14 ottobre; non e` affatto scontato che verrebbe eletto segretario del partito costituito il segretario nella fase costituente.

Del resto non e` pensabile che l'imponente dispiegamento di forze dei principali candidati del 14 ottobre alla segreteria nazionale sia destinato al rivestimento della carica solo per una breve fase. E` pensabile invece che, dovendo l'assemblea costituente risultare, nella sua composizione, "omogenea" con i voti ricevuti dai candidati stessi, provvedera` ad istituire sistemi elettorali interni non gia` orientati alla piu` ampia rappresentanza democratica, bensi` strumentali a che il segretario rimanga tale.
All'estremo di questo sospetto si potrebbe pensare ad un partito senza iscritti con diritto di voto; solo un vertice di trascinanti personalita` che di tanto in tanto regolano i loro conti chiamando chiunque a votare e finanziare. Potrebbe addirittura essere un partito senza iscritti... con gran rammarico di Carlo De Benedetti che affermo` pubblicamente di aspirare alla tessera numero 1!

E allora neanche io riesco a resistere alla tentazione che pare aver contagiato i partecipanti a forum e blog; quella di trovare sempre nuove traduzioni della sigla PD. Al riguardo si legge ormai di tutto, fino alla bestemmia...
Io mi limito a concludere che se non si tratta di Partito Democida si tratta quanto meno di Pasticcio Demoscopico.

martedì 28 agosto 2007

Bossi, i fucili e la grana padana

(http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/08_Agosto/26/bossi_fisco_fucile.shtml)

Perche` tanto panico per l'ennesima sparata di Bossi? Chi crede ancora alle sue parole? Persino fra i leghisti c'e` chi ha smesso di farlo.
Certo qualcuno potrebbe obiettare che di politici incredibili e poco credibili se ne trovano in tutti gli schieramenti... Va bene e allora? Perche` dovremmo credere proprio a lui?

Noi malati di dietrologia, col sospetto che l'unico scopo del nascituro PD sia quello di collocarsi in modo da governare sia con la sinistra che con la destra (una vera innovazione!). Noi che lambicchiamo le "berlusconiche" ambasciate dal notaro. Ebbene noi dovremmo riconoscere anche a Bossi la genialita` di una insospettabile strategia... E se il riferimento all'uso dei fucili fosse il seme di un'alleanza con il Partito dei Cacciatori?
(http://xoomer.alice.it/famigliabrunamonti/index_file/Page380.html)

No, al popolo del Nord coi fucili in spalla non ci credo. Primo, perche` "fa troppo picciotto". Secondo, perche` e` notorio che la maggior parte dei militanti leghisti lavora 15 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, e non ha tempo di andare al poligono di tiro... tanto meno di fare la rivoluzione. Terzo, perche` la rivolta armata e` cosa da disperati, non per chi ha tanto da perdere. Infine, perche` il Nord puo` dare lezioni di democrazia a tutti.

Lo sciopero fiscale invece... di quello si` dovremmo preoccuparci... e` cosi` congeniale...

(Mi scuso con chi fosse disturbato dall'invadente ironia ma l'infelice uscita di Bossi andava sdrammatizzata, non amplificata.)

domenica 26 agosto 2007

La solita irresistibile latente tentazione

Se detieni con altri un grande potere, come quello di governo di uno stato, potresti essere tentato di condividerlo con il minor numero possibile di "soggetti". Infatti anche se la minimizzazione della quantita` di "soci" non garantisce la massimizzazione del potere di un particolare socio ne costituisce tuttavia un ottimo presupposto.

Nelle dittature gli effetti di tale tentazione sono molto evidenti; nelle democrazie sono invece confusi ma secondo me esistono eccome. In Italia per esempio, nei 60 anni della Repubblica, "la tentazione" si e` quasi costantemente concretizzata in un "tentativo"... il tentativo di "spartire la torta" fra "pochi intimi". Mi pare proprio che rispetto a tale obiettivo spesso siano passati in secondo piano gli altri, anche quelli che di volta in volta potevano determinare divisioni o accorpamenti politicamente piu` sensati.

Da questo punto di vista e` chiaro che se un partito dimostra di poter vincere da solo le elezioni, per esempio con un consenso del 60%, al suo interno si svilupperanno delle forze tendenti ad individuare un buon 15% di minoranze (corrispondente al 9% del consenso) da escludere dalla successiva spartizione della torta; per conquistare la quale il 51% del consenso sarebbe comunque sufficiente.
Se nessun partito ritiene di poter ottenere da solo piu` del 50% dei voti trovera` conveniente (se ci tiene alla torta) sviluppare con qualche altro un'alleanza; che puo` essere di tipo elettorale se si tratta di affrontare nuove elezioni ma anche solo parlamentare se si tratta di fare un nuovo Governo e si necessita di superare in ciascun ramo del Parlamento il 50% di parlamentari a cio` favorevoli. Ma anche in questo caso pur volendo la torta si tendera` a ripartirla il meno possibile e per una alleanza molto ampia si presentera` una situazione simile a quella prospettata nel caso precedente (quello del singolo grande partito).

Insomma quando sento qualche esponente del Governo lagnarsi di presunti ricatti di piccoli gruppi parlamentari che fanno parte della relativa coalizione non posso che pensare quanto sia ottuso o ipocrita. Ma come, prima ti danni per spartire con pochi e poi ti lagni che ciascuno conta troppo?
Macche`, pare che non ci sia niente da fare, la solita tentazione e` troppo forte. E allora si spiega come mai le strategie di molti piccoli partiti rivelano il loro sogno di fungere da "ago della bilancia"; si` di essere i ricattatori insomma...
E qual e` la reazione a tutto cio`?
Inventarsi e tramutare in legge (anche con referendum popolari se non addirittura con modifiche costituzionali) marchingegni elettorali e quant'altro per rendere artificiosamente piu` forte il Governo; anche favorendo sistemi che mortificano la rappresentanza democratica e con effetti collaterali come quello di provvedimenti approvati in Parlamento ma disapprovati da un'abbondante maggioranza di comuni cittadini.

Io invece dico che occorre una coscienza collettiva dell'esistenza della tentazione e che, come si fa per le tentazioni individuali che consideriamo controproducenti, essa va tenuta sotto controllo.
Infatti una volta riconosciuto che un Governo debole e` legittimo quanto un Governo forte va da se` che se ci sta bene il primo non ha senso poi lamentarsi dei "ricatti" di forze politiche numericamente esigue, mentre se vogliamo il secondo dobbiamo esigere (ed accettare) che esso sia sostenuto da una maggioranza parlamentare che superi abbondantemente il 50%. Secondo me gli strumenti ci sono sempre stati, senza necessita` di distorcere il significato dei voti.
In una repubblica parlamentare realmente democratica la forza del Governo e` necessariamente rapportata al consenso che riscuote in Parlamento.

venerdì 17 agosto 2007

Sul prezzo del carburante

E` d'uopo (come diceva Toto`) considerare che se la benzina viene venduta a 1,35 euro al litro a tale prezzo viene anche comprata! Ma se noi consumatori siamo disposti, ciascuno col suo bravo compromesso, a comprarla a quel prezzo perche` i distributori dovrebbero venderla ad un prezzo piu` basso?
Cioe`, se anche nell'immediato il prezzo "alla pompa" si riducesse per effetto di una minore accisa nell'arco di poco tempo esso tornerebbe ai suoi livelli "di mercato"; l'equivalente del minore prelievo fiscale finirebbe nelle tasche dei distributori e/o delle compagnie petrolifere.

Posso capire che uno che torna a casa stanco dal lavoro, con i problemi di bilancio familiare che lo assillano, possa non approfondire l'analisi del problema e pensare che una diminuzione dell'accisa gli faccia risparmiare soldi.

Posso anche capire che Capezzone, nonostante tali analisi sia tenuto ad approfondirle, giunga alla conclusione che e` piu` conveniente sostenere pubblicamente la stessa cosa.
(http://www.decidere.net/2007/08/caro-benzina-pr.html)

Quello che non capisco e` perche` l'Istituto Bruno Leoni si sia allineato con tale proposta.
(http://brunoleoni.servingfreedom.net/Files/Tabelle-Benzina.pdf)

C'e` da pensare seriamente che sia io a sbagliarmi... ma dov'e l'errore nel mio ragionamento?

martedì 14 agosto 2007

Alcuni potenziali supporti

Prendo spunto dal secondo commento al primo post (7 agosto 2007) per esprimere quanto segue...

Effettivamente l'idea ha del ridicolo!
Mi sono chiesto come mai ho "aperto" un blog con un'idea per certi aspetti ridicola. E` dal 2001 che pubblico cose sul web; si tratta molto spesso di considerazioni, teorie o visioni filosofiche che non riscontro altrove, potrei dire "idee originali"... ma non lo dico. Non voglio commettere l'errore di convincermi che una cosa la penso solo io giusto perche` non l'ho ne` letta ne` sentita dire. Possono esserci infatti svariati motivi per cui le idee rimangono confinate nelle teste delle persone, o si diffondono senza giungere agli interessati... Uno dei motivi e` senz'altro il rischio che risaltino gli aspetti ridicoli.
Nel caso dell'impegno Nopartisan tale risalto e` dovuto in gran parte a tutto il grottesco che avvolge la politica italiana, dalla base al vertice.

L'Italia e` "per costituzione" una repubblica parlamentare e personalmente vivo come una negazione di rappresentanza democratica l'attuale legge elettorale, varata dal centrodestra verso la fine della precedente legislatura; in particolare per l'impossibilita` di votare un candidato senza favorire tutti quelli che nella lista sono elencati prima di lui; cioe` per l'impossibilita` di esprimere la mia preferenza su chi debba rappresentarmi in Parlamento.
Non c'e` dubbio che il tentativo di evoluzione democratica basato sull'impegno Nopartisan sia pesantemente penalizzato da tale legge ma, preso atto che ci sono gia` diverse iniziative (che ovviamente prescindono dall'interesse Nopartisan) di modifica, fra le quali prediligo quelle volte al massimo di rappresentanza democratica nel sistema elettorale, varrebbe la pena di approfondire le motivazioni e le problematiche di eventuali "candidature Nopartisan" in un contesto elettorale "nominale". Oggi pero` devo limitarmi a spunti di riflessione...

1
Se e` vero che la gente non ne puo` piu` dei "soliti politici" in vario modo ricattabili allora puo` esserci un consenso popolare sufficiente a supporto (e quindi anche raccolta firme) di nuove liste (ovunque collocate nel panorama politico) i cui candidati si prendono pubblicamente anche l'impegno Nopartisan.
Sarebbe solo un impegno fra gli altri ma con una peculiarita`... e` imprescindibile. La formulazione dell'impegno Nopartisan e` volutamente concisa e compatibile con altri impegni ma incompatibile con qualsiasi compromesso che contemplasse il disimpegno. Non c'e` margine d'ambiguita`, per qualunque motivo non lo si onorasse l'inadempienza sarebbe palese.
Di iniziative civiche o movimenti alternativi si trova significativa testimonianza nel web.

2
Per motivi forse diversi da quelli dei comuni cittadini anche fra i parlamentari c'e` chi non ne puo` piu` di Prodi, Berlusconi e delle rispettive "cupole".
E` vero che nella maggior parte dei casi si tratta di posizioni di minoranza all'interno dei rispettivi partiti ma quale migliore occasione per darsi una mossa?

3
Almeno in teoria persino fra "gli esclusi" puo` esserci qualcuno che "ci sta"... Bonino, Cossiga, Di Pietro, Mussi, Storace...
Nel caso immagineremmo i motivi piu` strani (oltre all'attendibilita`) per l'adesione all'impegno Nopartisan, ma sicuramente non esisterebbero problemi di raccolta firme!

venerdì 10 agosto 2007

Qualche considerazione

Prendo spunto dal primo commento al primo post (7 agosto 2007) per esprimere quanto segue...

(Fassino)
L'"elenco degli esclusi" (forse sarebbe piu` corretto dire "escludendi") e` tutt'altro che completo; per quanto riguarda gli ex ministri lo sto stilando a ritroso nel tempo e, poiche` ho memoria di un Fassino ministro, prima o poi entrera` anche lui nella lista. Comunque, al di la` della lista, una volta che ci si trova in Parlamento a votare per esempio la fiducia al Governo non sara` difficile accertare se i ministri rispondono o meno al criterio enunciato nell'impegno Nopartisan.

(Veltroni)
Per quanto riguarda Veltroni temo proprio che se la cavi!
Effettivamente i vicepresidenti del Consiglio (lo e` stato nel primo governo Prodi mi pare) non rientrano nell'enunciazione dell'impegno Nopartisan. Ma io non darei troppo peso a questa cosa di chi c'e` o non c'e` nella lista... Per esempio a me dispiace che vi apparira` anche Umberto Veronesi, mentre lo vedrei bene nuovamente ministro nel suo campo, tuttavia sono convinto che proprio la "neutralita`" del criterio costituisca un punto di forza dell'idea.
Prima di tutto occorre contrapporsi efficacemente ai retaggi di un indegno passato fin troppo "presente"; e siamo talmente in tanti a volerlo, almeno a chiacchiere, che insieme ci si potrebbe anche riuscire. Si tratta di un'emergenza tale da rendere secondarie le nostre convinzioni di parte, per le quali avra` di nuovo senso battersi dopo la "vittoria" sull'emergenza.
Se ci becchiamo come i capponi destinati ad Azzeccagarbugli non ci libereremo in tempo dalla presa di Renzo...

(governo nopartisan)
Nel senso in cui "nopartisan" viene usato in questo blog, ovvero come contrapposizione a quel "bipartisan" che di questi tempi caratterizza certe deliberazioni parlamentari (spesso favori reciproci) tendenti a preservare "la casta" (che di casto non ha piu` nulla!), non credo proprio che esistera` mai un "governo nopartisan"; non si vuole rimpiazzare l'"inciucio dei soliti" con l'"inciucio dei nuovi". Sarebbe pero` motivo di grande speranza per le sorti di questo paese se si creasse ed affermasse una chiara opposizione Nopartisan, incentrata sull'impegno Nopartisan appunto.

martedì 7 agosto 2007

Impegno Nopartisan

Non votare mai a favore di alcun provvedimento con parere favorevole del Governo se fra i ministri figura almeno una persona che ad oggi, 7 agosto 2007, risulta essere stata nominata, almeno una volta, Presidente della Repubblica o Presidente del Senato della Repubblica o Presidente della Camera dei deputati o Presidente del Consiglio dei ministri o ministro.

Si tratta di un impegno drastico, ma forte e chiaro.

Chiaro nell'intento e nella verificabilita` del mantenimento. Sara` facile individuare gli eventuali parlamentari che pur assumendoselo non lo onorassero.

Forte per la potenzialita` di spezzare quei legami, talvolta noti, talvolta oscuri, talvolta illegali, che inducono chi esercita il potere derivante dai massimi incarichi istituzionali a non rispettare la volonta` esprimibile democraticamente dagli elettori ne` a svolgere il fondamentale ruolo di guida civile del paese verso un maggiore e maggiormente diffuso benessere.

Drastico perche` per una immediata attuazione non puo` tener conto del danno collettivo derivante dalla esclusione indiscriminata, all'incarico di ministro, anche di personalita` competenti e corrette.
Si prenda atto che in un contesto politicamente e mediaticamente distorto una qualunque metodologia di discriminazione morale finisce per emarginare per prime proprio quelle personalita`. Meglio allora una "pulizia" indiscriminata, basata su risultanze formali ma chiaramente conseguibile. Del resto qui non si tratta di ostracismo, si tratta di dare concretezza all'apparente richiesta popolare di un ricambio al vertice.

Ed ecco le note dolenti. A tale apparenza corrisponde una richiesta reale? Io non ne sono molto convinto. Non intendo dire che la sfiducia nei politici espressa dall'"opinione pubblica" sia esagerata, anzi immagino che sondaggi accurati potrebbero darci a tal riguardo una cifra ancora piu` preoccupante... Ma un conto e` cio` che l'italiano dichiara ed un altro e` cio` che fa. (E forse almeno in questo nei 60 anni della Repubblica gli elettori possono considerarsi ben rappresentati...)

Tuttavia "contarsi" e` un dovere ormai improrogabile. Contare tutti noi che avremmo il coraggio di un voto presumibilmente minoritario ma di enorme responsabilita`, intrinsecamente orientato a tagliare i lacci del passato e ad emancipare l'istituzione piu` potente, il Governo della Repubblica, dal marciume degli inconfessabili ricatti reciproci.

Perche` preoccuparsi solo dei ministri? Non c'e` forse del marcio anche fra i sottosegretari, in Parlamento, nelle istituzioni locali? E nelle segreterie dei partiti?
Ecco, qui sta la novita` dell'idea. Non disperdere il nostro impegno in obiettivi troppo variegati, con pretese rivoluzionarie; per i quali ciascuno avrebbe i suoi bravi e leciti distinguo. Puntare invece direttamente e democraticamente al "filtraggio" del potere piu` concreto, quello di governo.
Con un Governo dal volto e dai volti nuovi ci saranno piu` probabilita` di un influsso virtuoso su tutte le istituzioni del paese e sulla societa`.
Naturalmente "piu` probabilita`" non significa "garanzia"; ma di garantito abbiamo solo che senza iniziative mirate nulla cambia mai per il meglio.

Chi ci sta? C'e` qualche parlamentare, o aspirante tale, disposto ad impegnarsi?