martedì 30 dicembre 2008

Guerra o pace

Altro che dicotomia tra bene e male, troppo facile. Facile disquisire interminatamente su concetti cosi` soggettivi da concedere a chiunque, dal piu` umile degli atei al sovrano assoluto della chiesa cattolica, la sua parte di ragione.

Confrontiamoci su qualcosa di piu` oggettivo, la lotta armata tra fazioni, la guerra.
Io sono per la pace, nel senso che ripudio la guerra; ma voglio confrontarmi con coloro che l'accettano come "mezzo di risoluzione delle controversie", senza affatto collocarli sul "fronte del male". Perche` e` possibile rimanere intellettualmente onesti, per esempio, propugnando la procreazione (e la crescita demografica)... se si accetta la guerra come inevitabile per l'accaparramento delle risorse (fra cui acqua ed aria fruibili); si puo` persino sprecarle.
E` possibile respingere gli stranieri oltre i confini di quello che consideriamo il nostro territorio se accettiamo la prospettiva di combatterli quando non avranno altra scelta che aggredirci con le armi; si possono finanche inquinare l'aria che respirano ed i mari in cui pescano.
Ci si puo` disinteressare delle conseguenze dell'impoverimento della popolazione e della mercificazione di risorse vitali se si ritiene di essere abbastanza ricchi da affrontare le sollevazioni con un "esercito personale".
In quell'ottica si puo` anche indebolire lo stato, sabotare la giustizia, umiliare l'istruzione, sputtanare le istituzioni... si puo` se si ritiene di trarne abbastanza vantaggio da predominare nel caos.
Ci si puo` alleare con una mafia per dissolvere le altre, si puo` puntare su qualche imperialista di spicco in cambio di futura protezione, come i miserabili fanno col ras del quartiere.
E naturalmente si puo` soddisfare il proprio egoismo anche nelle piccole cose, con la violenza se necessario...

Quante cose possono coerentemente concedersi costoro che accettano "la guerra"... io invece no.

Se voglio fare qualcosa devo stare attento a rispettare la legge, perche` chi ripudia la guerra deve fare affidamento nella giustizia; se e` un qualcosa di collettivo devo sottoporlo a valutazione altrui, perche` solo in democrazia ho qualche chance di evitare conflitti armati. Devo sperare che l'istruzione dia a chi mi circonda capacita` ed autonomia di giudizio visto che non contemplo l'"imposizione del bene" con la forza. Devo pormi continuamente il problema dell'inquinamento e degli sprechi. Devo sperare che le persone capiscano da sole che l'aumento illimitato della popolazione riduce a zero, indipendentemente da altri fattori, le risorse del pianeta disponibili per ciascun essere umano e che, favorendo pratiche di sfruttamento, finisce per ridurne anche il valore della vita.
E poi mi tocca faticosamente spiegare che i confini territoriali sono essi stessi imposti a suon di guerre e che non c'e` nulla di strano se l'artificio stabilito con le armi viene continuamente messo in discussione dalle vicende dell'umanita`. Possiamo concedere ai primitivi che nell'incontro di civilta` in espansione si sia tracciato un confine per separare quella con la regola dell'anello al naso da quella con la regola della piuma di struzzo, ma e` intellettualmente vergognoso essere ancora oggi assoggettati a leggi diverse (al di qua e al di la` del confine) che costituiscono di fatto un'artificiosa discriminante razziale.

Fatiche che siamo in pochi a sopportare, ma chi ce lo fa fare?
Personalmente, se non fosse in contrasto con la mia filosofia di vita, mi aggregherei a quelli che, accettando apertamente la prospettiva della guerra, possono comportarsi con molto piu` menefreghismo... Giusto per scoprire che pure loro sono in pochi!
Infatti "il gruppo" di gran lunga piu` folto e` quello di chi a parole ripudia la guerra e nei comportamenti la determina.

domenica 2 novembre 2008

Obama o muerte

"Victoria o muerte", "socialismo o muerte", "patria o muerte"... A cercare nel web si trovano, su questo tono, un sacco di citazioni di Ernesto "Che" Guevara.
A prescindere da quali siano quelle autentiche la costante e` "o muerte", per esprimere l'idea di una condizione talmente disperata che non possono esserci piu` dubbi sul fatto che l'alternativa proposta sia un "imperativo categorico" (tanto per continuare con le citazioni), da perseguire o semplicemente auspicare a seconda che si sia piu` propensi all'azione o all'"orazione".

Ecco dunque un cardine della politica del PD su cui finalmente tutte le componenti del partito sono d'accordo... la vittoria di Barack Obama nella competizione per la White House...
Allora quel certo "internazionalismo rivoluzionario" che D'Alema, Veltroni e compagnia devono aver in qualche modo inalato in gioventu` da` oggi i suoi frutti, mobilitando mezzo mondo su un'unitaria iniziativa di politica autentica... tifare per Obama.

Amen.

domenica 12 ottobre 2008

Legittima difesa

Per tentare di difendere lo stato dalle politiche predatorie e sfasciste del Governo e della sua "ombra" (ovvero, piu` semplicisticamente, del PD*) ho ritenuto opportuno dare corpo (prestando il mio!) alla manifestazione nazionale della sinistra svoltasi ieri a Roma.

Il corteo e` stato grandioso.
Numerose anche le persone ai margini... dai balconi, dalle finestre... In una capitale che ha da poco eletto sindaco Alemanno (del resto senza grandi alternative dopo il "tradimento degli elettori" perpetrato dal suo predecessore a mezzo dimissioni) ci si poteva aspettare qualche contestazione; o almeno qualche dimostrazione di scocciatura per i disagi che l'evento ha comportato. Invece la mia sensazione era che volessero ringraziare chi, non senza qualche sacrificio, era giunto li` per comporre una moltitudine capace di farle sentire meno perse.
Ho appagato, fra l'altro, il desiderio di rivendicare la mia dignita` di cittadino, non disposto ad accettare qualunque cosa solo perche` decisa da "autorevoli personaggi".

Partecipando al lungo corteo mi sono perso molto dei discorsi dal palco e quel poco a cui ho assistito mi e` parso un po' improvvisato e dispersivo. Nel suo complesso l'organizzazione non e` stata molto efficace; l'eccessiva vicinanza della tribuna all'accesso prestabilito induceva a fermarsi ad ascoltare non appena giunti in piazza, bloccando cosi` alle proprie spalle la fiumana del corteo, col risultato di una piazza "maculata".

Degna di nota la trovata di un folto gruppo partenopeo che, partito con evidente ritardo dalla coda del corteo, l'ha risalito arrivando fra i primi davanti al palco... come? Incolonnandosi a sinistra e sorpassando con passo deciso; il loro corale e cadenzato "oi vita, oi vita mia... oi core 'e chistu core..." a mo' di marcia dei bersaglieri catturava la partecipazione degli altri manifestanti... nonche` la loro "autorizzazione al sorpasso"!

martedì 7 ottobre 2008

Tra il dire e il fare


Meritorio Presidente della Repubblica Italiana,

oltre a dire che esercita con rigore e trasparenza le prerogative attribuitele dalla Costituzione dovrebbe anche farlo. Per esempio evitando di firmare leggi e decreti di dubbia costituzionalita` nonche` sciogliendo le Camere se non svolgono quei compiti che lei stesso definisce obbligatori. (Sottolineo gli articoli 3, 76 e 88 della Costituzione.)

E` il testo di una missiva alla Presidenza della Repubblica che ho inviato poco fa tramite l'apposito servizio del sito "www.quirinale.it". Perche` e` ora che si comporti coerentemente con quello che sostiene essere il suo ruolo.
(http://www.radioradicale.it/comunicato-del-presidente-della-repubblica-giorgio-napolitano)
(http://www.mondopoliticablog.com/2008/10/07/napolitano-risponde-a-ainis-continuero-a-esercitare-con-rigore-e-trasparenza-le-prerogative-attribuitemi-dalla-costituzione)

Invito i lettori che condividono questa mia valutazione ad esprimerla a loro volta al Quirinale.

martedì 30 settembre 2008

Igiene urbana ma non mentale

Allora, qual e` il problema?

Il problema e` che sto subendo ormai da tanti anni una sorta di estorsione legalizzata... almeno cosi` io la vivo.

"Estorsione" e` un termine impegnativo... e` sicuro di non esagerare?

Non ho detto che sto subendo un danno economico od una pressione psicologica paragonabili a quelli delle vittime del pizzo, allora si` avrei esagerato, pero`, nel mio piccolo caso, sono presenti entrambi gli elementi.
Il danno economico consiste nel dover versare denaro direttamente nel conto corrente di una societa` per azioni che nel territorio comunale in cui vivo svolge un servizio d'igiene urbana... si` insomma, la raccolta dei rifiuti.
L'aspetto psicologico risiede invece nell'insensatezza logica del regolamento comunale a cui sono assoggettato, e poco cambierebbe se venissi a sapere che essa deriva da insensatezze in qualche legge nazionale del settore.

Raccolta dei rifiuti? OK c'interessa. Perche` parla di danno economico?

Come lo chiamerebbe lei un esborso periodico senza avere niente in cambio?

Veramente l'intervistatore sarei io... Vuol dire che la societa` per la raccolta dei rifiuti a casa sua non rispetta gli impegni del contratto?

Quale contratto? Io per il servizio d'igiene urbana non ho stipulato alcun contratto, loro non si sono obbligati con me, semplicemente mi fatturano il servizio ed io devo pagare le fatture anche se non ne fruisco, oltre a non accettarne le condizioni di fornitura.

Ma se non fruisce in base a cosa stabiliscono l'importo della fattura?

Che io sappia in base alla quantita` di metri quadrati dell'appartamento in cui vivo e di cui sono proprietario; un dato, per altro, che non so come fanno a conoscere dal momento che io non gliel'ho mai comunicato, del resto non saprei come verificarlo senza conoscere le modalita` di misurazione da adottare; forse lo hanno avuto dall'ufficio comunale precedentemente preposto a riscuotere la cosiddetta tassa sui rifiuti.

Quindi lei pagava una tassa comunale in base alle dimensioni del suo appartamento destinata a finanziare il comune stesso, che aveva cosi` fondi per coprire le spese legate all'igiene urbana?

Esatto. In realta` pagare una tassa indipendente dal reddito o dal patrimonio complessivo non mi e` mai andato a genio ma con la consapevolezza che cio` viene considerata spesso un'opzione politica di minoranza non potevo che pagare la tassa e, al massimo, non votare per chi in proposito non la pensa come me.

Quando e` avvenuta la privatizzazione del servizio?

Mah, saranno trascorsi almeno 8 anni...
Personalmente includo il servizio d'igiene urbana fra quelli non privatizzabili, perche`, a prescindere da quale ne sia la causa e dal comportamento dei cittadini, se s'accumula immondizia in giro occorre raccoglierla e smaltirla anche senza profitto altrimenti si rischia in salute... Ma anche questa semplice considerazione viene spesso considerata un'opzione politica di minoranza...

Dunque 8 anni fa il bollettino per il pagamento di una tassa si e` trasformato in bollettino per il pagamento di una fattura ma in fondo per lei che differenza fa?

Primo, gli importi delle fatture si sono subito rivelati ben superiori a quelli delle tasse.
Secondo, la legge m'impone di pagare le tasse a favore di istituzioni pubbliche ma non dovrebbe impormi di pagare fatture commerciali per servizi di cui non fruisco e per i quali non ho firmato contratti.
Terzo, dopo la privatizzazione l'amministrazione comunale s'e` vantata di aver ridotto le tasse, ma imponendo di pagare le fatture alla nuova societa` ha di fatto aumentato le spese ineluttabili dei suoi contribuenti.
Quarto...

No aspetti, soffermiamoci un momento su questa cosa della non fruizione, lei non produce rifiuti come tutti gli esseri umani della nostra epoca?

Piu` o meno si`, ma il mio personale sistema di raccolta e smaltimento non necessita dei servizi di quell'azienda, quindi non vedo perche` deve incassare i miei soldi.

Ma questo sistema di cui parla e` legale?

Non solo e` assolutamente legale, produce anche gli stessi risultati dello smaltimento convenzionale; anzi i primi anni era ancora piu` ecologico perche` prevedeva gia` la raccolta differenziata mentre quello dell'azienda no.

Ma lei e` un inventore, perche` non ci spiega come funziona?

Non ho inventato alcunche` e se svelassi come funziona tantissime persone tenterebbero di adottarlo, col risultato che non sarebbe piu` praticabile.
Ma facciamo un'ipotesi diversa, supponiamo che un convinto ecologista si fosse rivolto ad un'altra azienda, magari di un'altra citta`, ritenendo che il suo processo di smaltimento fosse da preferire, per esempio trasportando personalmente i rifiuti presso i suoi impianti... Perche` anziche` essere premiato avrebbe dovuto subire la punizione di pagare l'azienda che egli non approva? Chi parla tanto del progresso derivante dallo sviluppo di un mercato libero non ha niente da dire su questo?

Be', l'ipotesi e` poco verosimile ma evidenzia l'insensatezza della situazione; mi pare che siamo giunti all'aspetto psicologico di cui parlava all'inizio, l'imposizione di fare una cosa insensata...
Ma formalmente, quando le arrivavano le prime fatture, cosa la obbligava a pagarle?


All'inizio ho inviato una lettera all'azienda che le emetteva facendo presente che non poteva avere nulla a pretendere da me in relazione alla raccolta dei rifiuti, ma nella loro risposta era incluso il seguente testo, estratto di un regolamento comunale...

"art.4:la tariffa e` dovuta per l'occupazione o la conduzione di:
- locali;
- aree scoperte ad uso privato non costituenti accessorio o
pertinenza dei locali medesimi;
a qualsiasi uso adibiti ed esistenti nelle zone del territorio comunale in cui il servizio e` istituito ed attivato o comunque reso. .....(omissis)";

art.7: La tariffa e` dovuta da chiunque a qualsiasi titolo (proprieta`, usufrutto, comodato, locazione, ecc.) occupi o conduca locali ed aree di cui al precedente art.4. ......(omissis)"
Ora, a parte l'uso fallace delle virgolette, si nota la totale mancanza di scrupolo del legislatore di turno nella formulazione di regole che condizionano il comportamento e l'economia di tante persone...
L'articolo 7 implicherebbe infatti che la tariffa e` dovuta, per esempio, da tutti i componenti di una famiglia che occupano un determinato appartamento... Ma allora perche` la fattura la mandano solo al proprietario? O solo al locatario?
In ogni caso, secondo quale principio del diritto commerciale il comune puo` impegnare come in un contratto due soggetti che non contrattano? Se l'azienda non e` impegnata contrattualmente con quel singolo cittadino come fa quest'ultimo a far valere diritti di recesso o di risarcimento per eventuali inadempienze?

In effetti... Si fanno grandi studi e dibattiti sulle soluzioni tecniche per la gestione dei rifiuti e poi si lascia che a monte tutto possa essere disperso nella politica dell'assurdo.

Per una volta che qualcuno e` d'accordo con me... che peccato essere la stessa persona!

giovedì 28 agosto 2008

ŠKOLA

Una strana scelta andare in vacanza in Bosnia lo ammetto... ma avevo i miei validi motivi.

Un paese estremamente complesso, sotto tanti punti di vista, compresi quindi quello politico e quello sociale.
Una complessita` che suppongo esistere in molte parti del mondo ma che in Italia neanche immaginiamo. Eppure credo che certe inclinazioni sociali e scelte politiche di oggi (e di ieri), compresi il sabotaggio e lo sfascio di importanti istituzioni dello stato, ci portino dritti dritti verso la parte disastrosa di quella complessita`.
Si`, e` possibile distinguere una parte disastrosa ed una virtuosa.
La parte virtuosa della complessita` che ho riscontrato in Bosnia (e che ho elaborato generalizzandola) e` quella che ti costringe ad oliare bene strumenti intellettuali che avevi in disuso, a rivalutare aspetti latenti della tua personalita`, ad esercitare nel concreto l'apertura mentale che sostieni di avere; il tutto per fronteggiare "con filosofia" i trend che il mondo sembra voler seguire senza tenere minimamente in conto il tuo pensiero.C'e` una disciplina... il codice della strada (in questa vacanza ho percorso piu` di 1700 chilometri alla guida di un'automobile!); c'e` un pericolo... convenzionalmente simboleggiato col triangolo dal bordo rosso; ma c'e` anche un quadro piu` ampio che dobbiamo considerare, dove le nostre piu` preziose risorse per il futuro sviluppano e dimostrano il potenziale di fare cose imprevedibili, di uscire dal recinto artificioso del pericolo e della paura. Cerchiamo di non "metterle sotto", sotto la macchina del consumismo dai dispendiosi messaggi pubblicitari (finanziati dai consumatori stessi), coadiuvato con servilismo e riverenza da una schiera di politici che si regge su una propaganda che fa leva sullo stesso tipo di suggestionabilita`, mentre occorrerebbe potenziare le strutture sociali preposte ad emancipare l'individuo del futuro dalle loro miseramente limitate visioni.

venerdì 11 luglio 2008

Piazza Navona... e dintorni

Finalmente trovo un po' di tempo per ripensare alla bella ed importante esperienza della partecipazione alla manifestazione di martedi` scorso.

Roma e` sempre Roma, si respira storia persino nello smog!E si sa, la storia e` fatta anche di storie, come quella secondo cui l'imperatore Caligola avrebbe eletto senatore il proprio cavallo...Be', dal Pantheon a Palazzo Madama sono pochi passi...E` qui che hanno eletto Presidente del Senato Renato Schifani; famoso per il lodo Schifani che fu giudicato incostituzionale. E` proprio vero che in Italia conviviamo (oltre che con la mafia) con una sorta di "antimeritocrazia", secondo cui per ricoprire un incarico devi essere stato bocciato in qualche materia attinente!

E chissa` come ha ottenuto l'appalto l'impresa che ha piazzato questo orologio ad un angolo del prestigioso palazzo...Che c'e` di strano? Be', la foto l'ho scattata alle 4 del pomeriggio!
A proposito, scuserete la scarsa qualita`, mi sono servito di un telefonino...

Ma ritorniamo ai dintorni della piazza, alla storia e... a qualche "appalto pilotato" di troppo!E` qui che molti cittadini vennero a gridare, ad uno di quelli che abusava della funzione (e della finanza) pubblica per gli "interessi di bottega" (quando non meramente personali), che loro non erano per nulla intenzionati a lasciarlo continuare impunemente. Qualcuno per una questione morale, altri per aver preso coscienza di come cio` danneggiasse anche loro...

Ma se questa e` storia, l'attualita` e` che, in fondo, sono qui per un motivo non molto diverso...
Piazza Navona, ore 15:53...
Piazza Navona, qualche ora dopo...
Persino Veltrusconi non puo` non notare le differenze!

C'e` chi ha parlato dal palco, chi in collegamento telefonico, chi nella folla con i piu` vicini; tutti ad esprimere la propria opinione, fieri di assumersene la responsabilita`, confrontandola con quelle altrui. C'e` chi ha raccolto piu` applausi, chi meno, c'e` anche chi si e` misurato con qualche aperto dissenso.
Solo uno s'e` atteggiato a "guru" della piazza, chiedendo dimostrazione di consenso alla sua opinione... Furio Colombo.
Condivisibile l'opinione, riprovevole l'atteggiamento; che mi ha rovinato bruscamente la bella sensazione di "pluralismo paritario e convergente" vissuta fino a quel momento.

Gli interventi in programma erano conclusi, lui stesso ha esordito dicendo, praticamente, che non avrebbe parlato dal palco se non avesse sentita forte l'esigenza di dissociarsi da certe dichiarazioni offensive (secondo lui) nei confronti del Presidente della Repubblica.
Credo che il concetto che volesse esprimere fosse: "Data l'attuale debolezza dell'opposizione al Governo Berlusconi evitiamo d'indebolire anche una figura istituzionale che, nel suo ruolo di garanzia, puo` porre un qualche argine alle malefatte". Insomma, un suggerimento tattico, che in politica ci puo` stare.
Ma nel "pathos della dissociazione" e` arrivato a dire: "... in questo momento Berlusconi ha un avversario solo: il Capo dello Stato. Se voi prendete il suo avversario e fate il gioco di Berlusconi...".
(http://tv.repubblica.it/copertina/no-cav-day-colombo-vs-grillo/22007?video)

Alla faccia del suggerimento tattico! Praticamente ha detto davanti a tutti che l'"arbitro" e` avversario del nostro avversario e quindi ce lo dobbiamo tenere caro.
Una ruffianata che in politica ci puo` stare... si`, se proprio ci si vuole dare la zappa sui piedi. Perche` quelle parole, che per altro non corrispondono alla realta`, non danno autorevolezza a Giorgio Napolitano, gliela tolgono...

Ma la cosa per me riprovevole non e` neanche questa; e` che Furio Colombo e` stato l'oratore che ha attaccato altri oratori, chiedendo alla piazza un esplicito consenso alla sua opinione. Piazza che ha "risposto a meta`" (direi coerentemente con le reazioni precedenti) fino a quando, qualche secondo dopo, Di Pietro, da un altro angolo del palco, non si e` cimentato nel ruolo di capoclaque, riuscendo a suscitare l'applauso anche di molti suoi sostenitori ancora silenziosi.
(Questa parte non c'e` nel video che ho segnalato sopra, come pure manca l'inizio dell'intervento di Colombo.)

Citazione d'epigramma...
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Sunday, 22 April 2001 17:40
relazioni sociali: umore 80


Manipol-azione- gen-etica-


finalmente fecondo
anche il maschio depone
una grande invenzione
l' uovo di colombo
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lunedì 23 giugno 2008

Spergiuro


Meritorio Presidente della Repubblica Italiana,

non le scrivo per farle presente che nessun consenso elettorale autorizza chiccessia a commettere qualsivoglia eventuale illegalita` senza essere per cio` perseguibile e condannabile, perche` questo lo sa meglio di me; le scrivo invece per invitarla a condividere questo sapere con quei cittadini che sembrano non esserne consci.

E poiche` l'articolo 92 della Costituzione le conferisce l'onere della nomina del Presidente del Consiglio dei ministri che, in base all'articolo 1 comma 3 della legge numero 400/88, presta giuramento con la formula rituale "Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione", non posso che rivolgere a lei una richiesta di valutazione se nell'operato di qualche suo nominato si riscontri lo spergiuro.

Conosco cittadini, fra cui il sottoscritto, convinti di si`; e cioe` che l'esercizio delle funzioni di alcune importanti personalita` di governo non sia stato nell'interesse esclusivo della nazione in passato cosi` come non lo e`, in relazione alle medesime personalita`, oggi.
Indipendentemente dall'ipotesi che possa esistere un qualche consenso elettorale che autorizzi allo spergiuro istituzionale, solo una sua pubblica ed argomentata dichiarazione contraria alla nostra convinzione avrebbe l'autorevolezza necessaria a farci cambiare idea.

E` il testo di una missiva alla Presidenza della Repubblica che ho inviato questo pomeriggio tramite l'apposito servizio del sito "www.quirinale.it". Perche` un conto e` non mantenere le promesse fatte ai propri elettori un altro, di ben piu` ampia portata, e` lo spergiuro istituzionale.

Per esempio, l'attuale Presidente del Consiglio dei ministri sta palesemente esercitando le sue funzioni non nell'esclusivo interesse della nazione bensi` anche in quello personale, come del resto ha gia` fatto presiedendo precedenti governi.

Breve promemoria tratto da Wikipedia...
  • modifiche strutturali e di pena alla disciplina del falso in bilancio (legge n. 61/2002)
  • la legge sulle rogatorie (legge n. 367/2001)
  • l'introduzione del divieto di sottoposizione a processo delle cinque più alte cariche dello Stato tra le quali il presidente del Consiglio in carica ("Lodo Schifani", 140/2003), mai entrata in vigore in quanto dichiarata incostituzionale
  • la "legge Cirami" sul legittimo sospetto (Legge n. 248/2002)
  • la riduzione della prescrizione (che cancellava gran parte dei fatti oggetto di contestazione nel processo sui diritti TV verso Berlusconi) ("Legge ex-Cirielli", 251/2005)
  • l'estensione del condono edilizio alle zone protette (legge delega 308/2004) (comprensiva la villa "La Certosa" di proprietà di Berlusconi)
  • l'introduzione dell'inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sole sentenze di proscioglimento (DL n. 3600)
  • la legge Gasparri sul riordino del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni (Legge 112/2004)
Per non parlare poi dell'andamento economico e finanziario delle sue aziende in paragone a quelli delle altre durante i suoi governi...

Invito i lettori che a loro volta si sentissero presi in giro dai suoi giuramenti di fronte al Presidente della Repubblica a chiedere anche loro a quest'ultimo la sua opinione al riguardo.

domenica 8 giugno 2008

Aldo, Giovanni e Giacomo (@work)

Aldo, Giovanni e Giacomo sono operai specializzati di una piccola azienda.
Lavorano circa 1800 ore l'anno e nelle annate in cui gli affari vanno bene non si fanno grossi problemi, vanno dal padrone e pretendono in premio parte degli utili non reinvestiti in azienda; si` insomma, quelli che si sarebbe volentieri intascato lui per intero.

Veramente la prima volta c'e` voluta la minaccia di un prolungato sciopero per convincerlo ma nelle occasioni successive e` stato tutto piu` facile...
Il titolare dell'azienda, infatti, e` uno di quelli che ha ben chiaro il rapporto domanda/offerta. Se tutti gli operai adatti e disponibili "sul mercato" lavorano gia` per lui non ha alcuna possibilita` d'imporre le proprie condizioni perche` mandando a quel paese anche uno solo di essi pregiudicherebbe la produzione. Il suo ragionamento e` che finche` intravede, nel lungo periodo, la possibilita` di sostenere una buona media di utili puo` permettersi di cedere alle richieste dei dipendenti.
Diverso sarebbe se la prospettiva fosse di rimetterci, solo in quel caso preferirebbe chiudere.

Certo ci sono anche momenti difficili per tutti i protagonisti della nostra storia, come quando e` il mercato a determinare un calo di produzione.
Aldo, Giovanni e Giacomo, preoccupandosi di accedere a tutte le informazioni necessarie, lo sanno bene e in una infelice annata hanno ridotto le proprie ore di lavoro a 1200, con conseguente diminuzione di reddito del 33%... una bella botta!

Ma proprio in quell'occasione al padrone viene un'idea che mette in atto alla successiva situazione di crisi...
Trovandosi nuovamente nella necessita` di ridurre il monte ore annuo da 5400 a 3600 licenzia Giacomo (che tra l'altro dei tre era quello che gli stava piu` antipatico) e convince Aldo e Giovanni di come sia per loro vantaggiosa l'operazione, in quanto restano a pieno reddito pur nella condizione di scarsa produzione. Loro sentono puzza di bruciato ma non battono ciglio.

Man mano che l'opportunita` di produzione torna a crescere Aldo e Giovanni si trovano a fare parecchie ore di straordinario e per il titolare tornano anche gli utili; ma quando i due si cimentano in una nuova rivendicazione hanno un'amara sorpresa. Infatti Giacomo, poveraccio, pur di guadagnare qualcosa (e non senza un certo spirito di vendetta) e` disposto a lavorare a paga oraria dimezzata... Ed ora Aldo e Giovanni, temendo che il padrone sostituisca uno di loro con Giacomo, se ne stanno a testa bassa ed accettano tutte le condizioni.
Adesso sanno che avrebbero fatto meglio ad opporsi al licenziamento di Giacomo quando ancora potevano vincere la vertenza.

Morale della favola...
E` vero che lavorando di meno si guadagna di meno ma se lo si fa a favore dell'occupazione si mantiene un potere contrattuale che permette di soddisfare sostenibili rivendicazioni e quindi, nel lungo periodo, conviene anche economicamente.

Ecco perche`, al contrario, Confindustria ed un Governo che non disdegna lo sfruttamento dei lavoratori incentivano gli straordinari... Quale imprenditore non gradirebbe, con leggi che glielo agevolano, intascarsi anche l'equivalente delle rivendicazioni sostenibili?

lunedì 19 maggio 2008

Energie fuorvianti

Oggi in un programma televisivo ho sentito parlare, per l'ennesima volta, dell'elevato costo dell'energia elettrica in Italia; pare che un utente italiano paghi un prezzo unitario ben superiore alla media europea, se non ho capito male addirittura il piu` alto in Europa.
Be', non me la posso prendere con i dati... Me la prendo con quelli che ogni volta associano questo fatto alla mancanza di centrali nucleari in Italia, lasciando intendere che la bolletta sarebbe meno salata se ne avessimo.

Falso.

A prescindere dal tipo di nuove centrali con cui genereremmo energia elettrica non c'e` alcuna garanzia che questa costerebbe di meno agli utenti finali. Infatti la teoria suggerisce due modalita` di gestione economica dell'energia; quella statale, come vorrebbero coloro che ritengono si tratti di un bisogno fondamentale del cittadino e quindi non "asservibile" a logiche di mercato, e quella privata.
Nel primo caso le condizioni di fornitura vengono stabilite per via politica e quindi il prezzo unitario, se lo si ritiene opportuno, puo` essere abbassato anche compensando i minori introiti con risorse finanziarie pubbliche.
Nel caso di aziende fornitrici private il prezzo dipenderebbe invece dal mercato e non vedo perche` tali aziende dovrebbero abbassarlo rinunciando a parte dei profitti.

Se poi si vuol fare il solito inciucio bipartisan (attraverso partecipazioni statali, concessioni, monopoli e quant'altro) tra potentati politici e potentati economici attuando una "modalita` mista" che confondendo il cittadino contribuente travasi soldi dalle tasche di quest'ultimo a quelle degli "ideatori" allora sarebbe meglio per noi seguire i dibattiti on-line anziche` quelli in TV.

martedì 29 aprile 2008

Loro hanno un padrone

Durante la campagna elettorale Fini ha piu` volte richiamato all'attenzione degli elettori una provocatoria osservazione di Indro Montanelli secondo cui (cito a memoria) "la sinistra ama cosi` tanto i poveri che ne aumenta il numero".
Be', che un uomo di destra come Montanelli trovasse motivi per criticare la sinistra non e` preoccupante... E` invece preoccupante che, quando Enzo Biagi gli chiese di esprimersi su Gianfranco Fini, ebbe a dire (cito ancora a memoria): "Il problema di Fini e` che lui ha un padrone".

Insomma, un Presidente del Consiglio che e` "padrone" del Presidente della Camera rappresenta secondo me un problema istituzionale sostanziale.
... E meno male che non e` padrone anche del Presidente del Senato... (ah ah ah!) O meglio, Montanelli non dichiaro` che Renato Schifani e` un servo di Berlusconi; non era uomo di ovvieta`, avra` certo immaginato che questo lo capivamo anche da soli!

venerdì 25 aprile 2008

Altri 3 referendum

I lettori mi scuseranno ma quando uso termini "importati da altre lingue" detesto importare anche le regole... Cioe` non mi si vedra` mai scrivere "3 camions", "3 computers", "3 curricula" o "3 referenda". (Accidenti, l'ho appena fatto!)
Anzi, mi e` capitato di scrivere "un gate", "un device", "un e-mail"... dal momento che non voglio attribuire arbitrariamente un genere a termini che nella loro lingua originale sono "asessuati"! Allora per evitare l'arbitrio ricorro ad una convenzione, quella del maschile.
La cosa si complica quando, col tempo, i termini stranieri finiscono sul vocabolario della lingua italiana; perche` a quel punto qualcuno, in barba alla convenzione, potrebbe stabilirne il genere come femminile ed allora devo scrivere, per esempio, "una chance".

Insomma le complicazioni non esistono solo in politica... Anzi stamattina mi sono reso conto che talvolta la politica puo` essere addirittura semplice. Mi sono bastate poche riflessioni per valutare che firmare per i 3 referendum che alcuni seguaci di Beppe Grillo (almeno cosi` ho recepito) stanno promuovendo non era incoerente con la mia "linea politica".

Non sono contrario "per principio" a cio` che si propone di abolire, semplicemente una valutazione dei pro e contro mi fa propendere per l'abrogazione. Per esempio, non sono contrario per principio agli ordini professionali, che possono con piu` competenza ed efficienza del legislatore regolare determinate questioni. E penso anche che ad essi vada riconosciuto un certo grado di autonomia.
Pero` poi conta il risultato... Se il risultato dell'autonomia concessa all'ordine dei giornalisti e` quello pessimo che constatiamo oggi in Italia nell'ambito dell'informazione giornalistica (pessima nell'insieme ma anche nel dettaglio di qualche personaggio che sembrerebbe non aver mai imparato "manco le basi del mestiere") allora puo` essere il caso di abolire tale ordine. Che poi, nello specifico, si puo` parlare si` di una discreta autonomia dal legislatore ma non altrettanto da altri centri di potere...

Per approfondimenti segnalo l'indirizzo "http://www2.beppegrillo.it/v2day/referendum.php".
Approfondiro` anch'io; tra la firma a sostegno di una proposta referendaria e la relativa votazione (se mai ci sara`) si puo` anche cambiare idea! Ed e` questo un altro aspetto che mi ha reso semplice la scelta di firmare...

sabato 19 aprile 2008

Una lista piu` importante

Nel prefigurare la composizione del prossimo Governo mi stavo oggi chiedendo quanti dei suoi ministri compaiano nell'elenco "Gli esclusi" pubblicato in questo blog. Cioe` nella lista di coloro che possono "vantare" una corresponsabilita` istituzionale oggettiva nella conduzione di un'Italia corrotta e nel drammatico peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini comuni.

Considerando che il Presidente del Consiglio sara` lo stesso del 1994 (cioe` dello scorso millennio!) mi e` sembrato il caso di compilare la lista a ritroso almeno fino a quell'anno. Nel farlo mi sono imbattuto in personaggi "interessanti"; per alcuni dei quali avevo perso memoria che fossero stati ministri della Repubblica, come nel caso di Veltroni nel 1998. (Vedi post del 10 agosto 2007.)

Sono quindi finiti in elenco anche Alfredo Biondi, Anna Finocchiaro, Antonio Bassolino, Cesare Previti, Claudio Burlando, Domenico Fisichella, Filippo Mancuso, Francesco D'Onofrio, Francesco Speroni, Giancarlo Pagliarini, Giuliano Ferrara, Rosa Russo Jervolino, Susanna Agnelli e Tiziano Treu.
Per saperne di piu` consiglio la consultazione, con la dovuta diffidenza, di Wikipedia. Io per esempio mi sono rinfrescato la memoria su Mancuso...

Mi convinco sempre piu` che un ampio adempimento dell'impegno Nopartisan sarebbe salutare.

sabato 22 marzo 2008

Contrassegni per le prossime elezioni politiche


Nessuno dei lettori di questo blog, nei suoi primi 7 mesi di vita, ha ritenuto opportuno impegnarsi pubblicamente secondo quanto espresso nel post Impegno Nopartisan; segno che i lettori sono ancora troppo pochi in relazione alla condivisibilita` dell'idea, ma forse anche che la politica e l'antipolitica hanno una cosa in comune... le chiacchiere!

Quindi, non avendo candidati interessati a questo spazio web per la loro campagna elettorale, posso prenderla "alla leggera" ed occuparmi di qualche curiosita`, come quelle legate ai contrassegni ammessi!
Potete ingrandire l'immagine e cercarne voi stessi... A me hanno incuriosito i risvolti circa i contrassegni numerati 3, 8, 14, 24, 28, 37, 43, 47, 60, 69, 76, 77, 79, 84, 90, 97, 100, 108, 118, 120, 123, 133, 134, 144, 145, 148, 152, 155, 159, 161, 164 e 169.

Nonostante il grottesco di tutta questa situazione ho gia` quanto meno deciso che non votero` ne` PD ne` PDL. A quella specie di "bipartisan" che il duopolio mediatico sponsorizza spudoratamente preferisco senza dubbio il "nopartisan".

domenica 24 febbraio 2008

Un intellettuale praticante

Nel secondo incontro finalizzato alla formazione politica due cose, certamente non le piu` importanti, mi hanno suscitato curiose riflessioni: le commissioni interne e l'intellettuale organico.

Pare proprio che all'inizio del ventesimo secolo, ben prima che si stabilisse la convenzione della giornata lavorativa di 8 ore, molti operai valutarono importante dedicare tempo ad iniziative politiche per il miglioramento delle proprie condizioni, attraverso l'organizzazione, nelle fabbriche, delle commissioni interne. Fa una certa impressione pensare che in condizioni molto peggiori delle attuali (soprattutto in termini di qualita` della vita) e spesso anche in situazioni di sfruttamento essi ebbero la forza ed il coraggio di lottare, indipendentemente dal nostro giudizio sui loro obiettivi.
In paragone alla situazione odierna, con le garanzie dello Statuto dei Lavoratori e con un impegno contrattuale intorno alle 1800 ore l'anno, verrebbe da pensare che forse e` proprio la mancanza di condizioni critiche a far si` che l'impegno politico, almeno in termini di tempo, sia oggi cosi` scarso. D'altro canto l'enormita` delle statistiche circa le morti nei luoghi di lavoro e le lagnanze sulle ristrettezze economiche sembrano suggerire che piu` che di mancanza di condizioni critiche si tratta di "incoscienza" del "potere contrattuale" collettivamente esercitabile con adeguate organizzazioni.
Ma tant'e`, terminata la giornata lavorativa esistono evidentemente troppe altre cose che gli operai del nostro tempo valutano piu` importanti della politica attiva.

Personalmente non saprei come classificarmi (e neppure ci tengo); io ho impegni di lavoro per circa 1000 ore l'anno, mi si qualifica impiegato tecnico, svolgo, come suol dirsi, un "lavoro di concetto"; la mia "attivita`" prevalente e` forse individuabile nelle presumibili 3000 ore di riposo, visto che le restanti 4760 (quando l'anno non e` bisestile!) le suddivido fra svariate attivita` anch'esse non retribuite, come dedicarsi a questioni domestiche e sociali, studiare, scrivere, praticare sport e suonare.
Quindi non potro` mai diventare un intellettuale organico a qual si voglia gruppo sociale... Ma considerata la mia propensione ad analizzare la realta`, correlarla al mio scopo di vita ed agire secondo una personale elaborazione di entrambe le cose, posso almeno aspirare al rango di "intellettuale praticante"!

domenica 17 febbraio 2008

Belli e impossibili

Tre giorni fa ho partecipato al primo di una serie d'incontri virtuosamente finalizzati alla formazione politica e generosamente aperti anche a chi non fa parte di organizzazioni partitiche.
I temi vengono affrontati con un taglio storico e cio` ha reso particolarmente piacevole ed utile la mia partecipazione, in quanto ha diminuito sensibilmente la mia ignoranza sul pensare politico che intrideva l'Europa nel bel mezzo del diciannovesimo secolo. Un pensare politico che, a differenza di quello contemporaneo, infonde una certa fiducia nelle capacita` intellettuali che l'uomo puo` sprigionare.
Ma avverto un'esigenza critica su un paio di concetti che sono stati ripresi nel breve dibattito conclusivo; mi avvio quindi a soddisfarla, senza tuttavia alcun proposito di estendere la critica a personaggi e avvenimenti dell'epoca... Si tratta dei concetti riferiti come "M D M" e "D M D'".

Secondo il primo (Merce Denaro Merce) la merce avrebbe, se non ho capito male, un valore di scambio che rimane costante indipendentemente dal fatto che esso venga o meno tradotto in denaro. Cioe` le merci rappresentate dalla M possono essere diverse fra loro, come in un baratto, ma in prima approssimazione esse "valgono uguale".

Allora vediamo, se ho un cacciavite a stella e devo smontare un tavolo fissato con viti a taglio col mio cacciavite ci faccio ben poco. Il mio vicino di casa mi vede in difficolta` e mi propone di barattare il suo cacciavite a taglio con il mio a stella, visto che era in procinto di comprarne uno. Potrei accettare lo scambio con l'idea che i due cacciavite abbiano lo stesso valore; invece, in cambio del cacciavite a taglio, gli do il denaro che gli serve per comprarsene uno a stella. Egli spende quel denaro per andare a comprare un cacciavite a stella da quella persona che era in procinto di venderglielo.
Ora io mi ritrovo con due cacciavite diversi che considero di pari valore e con meno denaro. Il mio vicino, secondo lo schema "M D M", ha ottenuto il cacciavite a stella che voleva, cosi` come il terzo ha ottenuto il denaro con chissa` quali intenzioni.
Si potrebbe dire che la transazione in denaro, in alternativa al baratto, non ha alterato il valore delle merci.

Trascorsa qualche settimana al mio vicino di casa regalano una pendola, che ben presto rivela di necessitare di una messa a punto... tramite cacciavite a taglio!
Allora il vicino mi propone un baratto inverso di quello che mi aveva proposto precedentemente. Secondo lui io dovrei accettare perche` i valori delle merci sono equivalenti; ma io non accetto perche` di cacciavite a stella ne ho gia` uno. Egli va allora dal terzo personaggio per restituire il cacciavite a stella e riprendersi i soldi ma questi gli dice che li ha gia` spesi e che il cacciavite a stella glielo aveva venduto proprio perche` non gli serviva piu`.
Insomma 'sto cacciavite a stella sembra valere molto meno di quello a taglio, percio` il mio vicino, pur di avere quest'ultimo, mi offre il doppio del denaro che gli avevo dato nel precedente scambio; ma non accetto... e se poi un giorno mi regalano una pendola da tarare?!

Mentre rimiro questi due cacciavite che sembrerebbero di egual valore rifletto su tutta la situazione e mi convinco che il valore della merce, anche solo in prima approssimazione, dipende soprattutto dal contesto legale (che regola proprieta` e commercio) e da come si configura, nella sua dinamicita`, il mercato. Ma se uno stesso oggetto puo` avere valori diversi in funzione del mercato che senso pratico puo` avere rifarsi ad uno schema in cui due merci diverse sono di egual valore come implica il concetto di "M D M"?

E il "D M D'"?
Questo schema sottende il concetto capitalistico secondo il quale il denaro viene scambiato con merce e questa di nuovo in denaro ma ad un valore maggiore; cioe` lo scopo degli scambi e` aumentare il capitale. Poiche` "nella M" s'intendono incluse anche le prestazioni umane salariate si dovrebbe concludere, se non ho frainteso, che in una societa` "affetta" da capitalismo esiste un insanabile conflitto tra l'operaio ed il capitalista che ne sfrutta l'opera per accrescere il proprio capitale.
Ma come l'"M D M" anche il "D M D'" vale solo in casi particolari; infatti nella nostra cultura ogni persona viene educata in modo tale da ricoprire, nella societa`, entrambi i ruoli. Cioe` ciascuno di noi, per vivere, e` indotto a svolgere sia funzioni da capitalista che da operaio, almeno in termini qualitativi; poco importa che poi, in termini quantitativi, chi riceve da una banca gli interessi per miseri risparmi depositati sia "molto meno capitalista" di chi specula in borsa. Insomma anche chi vive condizioni di reale sfruttamento subisce il fascino del gruzzolo che lievita... E anche fra i capitalisti piu` affermati di tanto in tanto c'e` qualcuno che si presenta come "infaticabile lavoratore", "presidente operaio" e via dicendo.
Poter ricondurre i grandi problemi dello sviluppo sociale al conflitto tra sfruttatore e sfruttato e contestualmente tracciare un confine netto tra le due categorie sarebbe bello... come il "D M D'"... bello e impossibile.

Piu` in generale direi che se si vuol comprendere e migliorare la societa` in cui si vive non e` il caso di confondere l'importanza storica di una teoria con la sua validita` tecnica.

domenica 27 gennaio 2008

Democrazia nei partiti

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Lo stabilisce l'articolo 49 della nostra costituzione. Mi pare che sia l'unico articolo a citare i partiti ed e` grazie ad esso che i vari dirigenti politici ribattono le accuse di eccesso di partitocrazia in Italia e a talune istanze della cosiddetta "antipolitica", sostenendo, non senza una certa esagerazione, che e` la costituzione ad assegnare ai partiti quel potere che talvolta il popolo percepirebbe erroneamente come oligarchico...

Ad ogni modo l'articolo e` chiaro, che i partiti vi concorrano o meno, la politica nazionale va determinata con metodo democratico. Lascio a chi pretende di determinarla senza ricorrere ad un'organizzazione partitica il compito di realizzare o indicare alternative; personalmente in questa epoca, con gli attuali limiti, non vedo concrete alternative.
Ma e` proprio per il riconoscimento dell'importanza e del ruolo dei partiti che mi permetto di criticarne comportamenti, prassi e regole interne.

Infatti, quanto piu` essi concorrono a determinare la politica nazionale tanto piu` sono tenuti ad onorare metodi democratici. Allora quando sento parlare di "mandato imperativo" come regola statutaria di molti partiti, che vincola alla disciplina stabilita dalla direzione l'attivita` politica degli eletti nelle loro liste, comincio a pensare che la costituzione non venga rispettata.

E` chiaro che i partiti devono difendersi da "infiltrati" o "sabotatori" ma non a prezzo di adottare metodi di fatto non democratici o discrezionali. Puo` accadere invece che una maggioranza interna del 60% (per esempio) possa padroneggiare il 100% delle risorse economiche (ma anche d'altro genere) del partito esercitando cosi` un forte "potere dissuasivo" dalle posizioni politiche di minoranza... Come si affronta una campagna elettorale senza il supporto del partito di appartenenza?
Ecco allora che per un colpevole deficit di democrazia interna il gruppo di minoranza puo` valutare conveniente costituire un altro partito in modo da gestire da se` quella parte di risorse che gli spetta.

Insomma, chi pretende un panorama politico con pochi partiti dovrebbe coerentemente da un lato votare solo per quelli piu` grandi e dall'altro denunciare regolamenti e comportamenti direttivi troppo propensi all'espulsione; tanto piu` che, a prescindere da valutazioni di correttezza del parlamentare nei confronti del proprio partito, vale l'articolo 67...
"Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato."

venerdì 25 gennaio 2008

Credulita`, pubblicita` e sponsor di giustizia

(http://www.ansa.it/site/notizie/regioni/lombardia/news/2008-01-24_124159983.html)

Secondo il presidente della Corte d'Assise di Como si sarebbe potuto risanare il bilancio del tribunale vendendo "biglietti" per assistere al processo relativo alla cosiddetta "strage di Erba".
Tale commento provocatorio mi ha ricordato un mio intervento (nel corsivo) su una vicenda giudiziaria del 2004, relativa all'abuso di credulita`, nel quale auspicavo, fra l'altro, che chi e` chiamato a giudicare comportamenti che fanno leva sulla suggestione non sia a sua volta impegolato in tali deplorevoli pratiche; come nella paradossale situazione di un tribunale che potesse funzionare (e quindi anche giudicare casi di credulita`) solo grazie a sponsorizzazioni pubblicitarie!

Fra le notizie della settimana appena trascorsa che mi sono giunte
dalla TV mi e` particolarmente rimasta impressa quella dell'arresto di
"mamma truffa".

Piu` volte ho riflettuto sull'argomento, quello dello sfruttamento
economico della credulita` altrui; e sono giunto a conclusioni
abbastanza diverse da quelle che sembrano ispirare una certa TV di
denuncia che tanto consenso pare raccogliere presso il pubblico.
Ma stavolta ho sentito un forte impulso a dire la mia, a seguito di
un'intervista divulgata, mi pare di ricordare, dal TG1 la sera del
15-01-2004.
L'intervista si concludeva con un uomo in divisa, nel mio ricordo un
carabiniere, che affermava, opportunamente sollecitato
dall'intervistatrice, che "mamma truffa" spacciava acqua del rubinetto
per acqua santa.

Per me e` evidente il tentativo dell'intervistatrice, nell'indurre il
carabiniere ad affermare "diceva che era acqua santa invece era acqua
del rubinetto", di suscitare nello spettatore una forte indignazione.
E` triste notare come le tattiche che alcuni "professionisti" della TV
adottano per farsi largo ormai anche nel mondo dell'informazione
riescano a trovare complici, nelle loro bassezze, anche fra le
autorita`.

Quella frase e` infatti secondo me emblematica di come il tentativo di
contrastare fenomeni critici di credulita` impartendo delle lezioni
morali non possa che rivelarsi vano.
Tanti ormai in TV si "preoccupano" delle nostre debolezze nel
distinguere il bene dal male; e si "adoperano" per aiutarci
dispensandoci consigli che, guarda caso, giustificano il loro modo di
agire e condannano quello altrui. Non con argomentazioni razionali
quindi ma profittando a loro volta di quelle stesse debolezze.

Certo nessuno in TV si preoccupa di spiegare che di fronte a due
contenitori d'acqua e` impossibile dimostrare, con qualsivoglia
analisi, se e quale dei due contiene acqua santa e che di conseguenza
nessuno puo` essere danneggiato dall'essere indotto a scambiare una
cosa per l'altra o incriminato per indurre altri nell'"errore".
Credo che neanche un prete, con buona pace della giornalista TV e del
carabiniere, si sforzerebbe di sostenere che l'acqua santa non
proviene di fatto da un qualche rubinetto.

Riconosco a chiunque la liberta` di credere che l'acqua santa abbia su
di se` effetti che l'acqua non santa non ha. Tuttavia, poiche` cio`
non e` scientificamente dimostrato (anzi e` dimostrabile il
contrario), non credo che chicchessia abbia il diritto di trovare
nella legislazione un riscontro ad un suo tale credo, vincolante per
gli altri. Ovvero il problema di distinguere l'acqua santa da quella
che non lo e` e` un problema suo non della societa`.

Se invece si sostiene, piu` genericamente, che la truffa consista
nell'attribuire all'acqua santa proprieta` che non ha allora anche i
preti sono dei truffatori.

Ed e` proprio questo il punto; o si condannano tutti coloro che
spacciano per vere cose non scientificamente dimostrate oppure tale
"spaccio" non puo` essere considerato un reato (a parte i casi in cui
la veridicita` della dichiarazione e` un obbligo naturalmente).
Nel primo caso pero` dovremmo denunciare come illecite tante
propagande politiche o attivita` pubblicitarie. Perche` se anche
l'entita` del danno puo` essere una discriminante per distinguere un
caso di truffa da uno che non lo e` non possiamo certo non rilevare
che intascare tanti milioni sfruttando "pesantemente" la credulita` di
pochi non e` meno grave che instascare gli stessi milioni sfruttando
"leggermente" la credulita` di molti.

La soluzione ovviamente non puo` essere quella di riscontrare un reato
in qualunque affermazione non scientificamente dimostrabile.
La soluzione e` far sviluppare nelle persone l'attitudine a ragionare,
a valutare le cose (e la credibilita` degli interlocutori) con la
propria testa; compito questo che spetterebbe, secondo me, ai genitori
e alla scuola.

Ma non mi pare che la riforma della scuola sia incentrata
sull'assolvimento di tale importantissimo compito. Del resto che
interesse avrebbero, i politici gia` al potere, a far maturare le
persone in un modo che ridurrebbe drasticamente l'efficacia della loro
propaganda? E i "giornalisti della suggestione" che fine farebbero? E
quale sarebbe la sorte delle trasmissioni "di denuncia" alimentate
dagl'introiti pubblicitari?
Comunque non e` un caso che la maggior parte delle vittime delle
truffe in questione siano persone abituate sin da piccole a credere
fermamente alle cose piu` assurde.
Ma nessuno dei soggetti citati denuncia questa triste realta`; ci
evitassero almeno l'ipocrisia di venirci a dare lezioni di morale
basate sui loro interessi.

Ad ogni modo, pur nell'eccessivo sensazionalismo, qualcosa di buono
accade.
Nel senso che sarebbe meglio che il falso non occupasse tutto il tempo
che occupa in TV, ma dal momento che cio` accade per tutta una serie
di perversi meccanismi non mi dispiace constatare che, spesso per
effetto degli stessi, svariate trasmissioni sono impegnate a
dimostrare vicendevolmente tutto il marcio che c'e` dietro.

Del resto, al di la` di quanto enfatizzato dal TG1, mi pare che
l'azione penale in tali casi eclatanti sia, per fortuna o per merito
dei magistrati, incentrata su ben piu` oggettive contestazioni di
di frode fiscale o estorsione; almeno fino a quando la magistratura
stessa non sara` costretta a ricorrere a finanziamenti derivanti dalla
pubblicita` nelle aule dei tribunali o a dichiarazioni come "il
seguente verdetto e` offerto da..."!


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Saturday, 28 July 2001 17:53
relazioni sociali: umore 94


Ab-uso del-la -c-red-ul-ita` p-o-polare


ahime` quanti sono coloro
che non godendo abbastanza dell' esserne vittima
nell' esserne contemporaneamente complici
cercan' decoro
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(In corsivo il testo integrale del mio intervento del 18 gennaio 2004 sul forum di "www.reteallmusic.it".)

mercoledì 16 gennaio 2008

Governi deboli?

Di tanto in tanto, come oggi, emergono evidenze di come le debolezze dei governi non dipendano tanto dalle prefigurazioni costituzionali quanto dalla ricattabilita`, per i piu` svariati motivi, dei ministri che li compongono; e che a loro volta li ricattano!

venerdì 4 gennaio 2008

Deriva "antilaicista"


Gira voce, in questi giorni, che dietro la proposta di equiparare per legge un embrione umano ad una persona si nasconda un progetto ben piu` ambizioso e d'avanguardia; talmente d'avanguardia che probabilmente la maggior parte di noi non e` ancora pronta a comprenderlo e quindi va realizzato per piccoli passi.

Il primo "piccolo" passo prevede che per ogni soppressione di embrione si apra d'ufficio un procedimento penale a carico dei presunti mandanti ed esecutori.
Varie le ipotesi di reato, fra cui omissione di soccorso, abbandono di minore, occultamento di cadavere, omicidio colposo... ma anche, in certi casi, omicidio premeditato, come per esempio quando si sospetta che i partner si siano accoppiati in assenza di piacere sessuale, giusto per creare un embrione da sopprimere.

Ora, fare tutti quei lunghi processi per omicidio senza poter mai pronunciare il nome della vittima potrebbe sembrare difficile ma magistrati ed avvocati sono da tempo allenati ai contorsionismi che le sbadataggini di talune leggi comportano (o favoriscono). Piu` difficile sara` fare i titoli dei giornali e le trasmissioni televisive, divulgare reperti autoptici, mostrare foto della vittima o dei suoi oggetti piu` cari, chiedere ai nonni quanto vi fossero affezionati... per non parlare poi della difficolta` di realizzare un plastico fedele del luogo del delitto.
Insomma come secondo passo si prevede di dare un nome all'embrione e registrarlo all'anagrafe; si sconsigliano nomi troppo orientati sessualmente in quanto ci sono buone probabilita` di non azzeccarci.

Naturalmente la registrazione all'anagrafe implica la modifica ufficiale dello stato di famiglia; quindi sara` opportuno attribuire un codice fiscale, che puo` tornare anche utile per le prestazioni sanitarie...
In qualche citta` questa persona in piu` in casa comportera` un aumento delle spese per lo smaltimento dei rifiuti; ma sara` ampiamente compensato dagli assegni familiari previsti per tutto il territorio nazionale.

Solo che nei moduli in cui va indicata l'eta` potrebbe creare qualche confusione mettere dei numeri negativi, se non addirittura generare depressione nel soggetto cui si associa negativita`...
Pertanto il passo successivo sara` aumentare di 9 mesi (valore forfettario) l'eta` di tutte le persone che sono state registrate solo dopo il parto e non al concepimento. Cosi` si potra` votare e prendere la patente automobilistica a soli 17 anni e 3 mesi dal primo respiro; mentre riguardo all'eta` pensionabile sara` inevitabile un elevamento di 9 mesi, pena il crollo del sistema previdenziale.

Inutile dire che a tutte le donne incinte verra` elargito il "bonus neonato". Ma dovranno firmare una liberatoria prima di entrare in sala di proiezione se il film e` vietato ai minori.

A seguire altri passi interessanti... ma qui mi fermo perche` ho gia` capito di far farte della schiera degli ottusi che non sono ancora pronti...
Non so distinguere se quella specie di gomitolo nella foto e` un ovulo fecondato o meno. Pero` sono affascinato dalla tecnica d'ingrandimento, che mi permette di osservare la superficie di una pallina... pardon, di una persona cosi` piccola che a metterne 6 una affianco all'altra non arriverebbero ad occupare lo spazio di un millimetro!

Nella mia ottusita` una citazione d'epigramma...
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Saturday, 2 June 2007 11:51
relazioni sociali: umore 331


Co-m-mut-a-zione sele-tti-va


chi equipara un embrione ad una persona
e` equiparabile ad un embrione
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martedì 1 gennaio 2008

Borraccia di creatina

In occasione del capodanno mi concedo un'escursione nella comunicazione visiva... e nella filosofia.E` Bartali che passa la borraccia a Coppi o Coppi che la passa a Bartali?In questo famoso affresco di Michelangelo qualcuno vede la scintilla della vita... Io manco con lo zoom!
Ma se anche fosse... va da Dio ad Adamo o da Adamo a Dio? L'uomo esiste perche` Dio gli ha "dato una creatina" o e` Dio una creazione dell'immaginazione umana?
E` emozionante constatare come all'epoca l'arte omaggiasse il porsi questa domanda, specialmente in considerazione del fatto che molti non se la pongono neanche oggi. Eppure quel mantello entro cui e` confinata la figura di Dio evoca, nella forma, un emisfero cerebrale, come se l'esistenza di Dio fosse un concetto umano che a sua volta accende in Adamo la coscienza di se` (se` Adamo o se` Dio?)...

Per questo 2008 auguro a tutti meditazioni a gogo`!